Politica

Il nuovo Dpcm è un passo avanti, lo ammetto. Ora le Regioni la finiscano di fare pagliacciate

Bisogna ammetterlo: l’ultimo Dpcm ha almeno un senso scientifico, ossia cerca di affrontare con dati oggettivi le diverse situazioni di contagio presenti nel territorio italiano. Ogni Regione ha i propri dati e la gestione della sanità e dei relativi posti letto, sono numeri che vengono raccolti dalle singole Aziende Sanitarie Regionali. Questo poteva essere evitato con la Riforma Costituzionale del 2016 ma non si è voluta. Un’altra storia.

Ma ora la situazione è questa.

Le Regioni, soprattutto alcuni presidenti, chi con la mania di fare lo sceriffo, chi con il vittimismo cronico e chi con la voglia di scaricare la colpa sempre agli altri, ora sono con le spalle al muro. Da quando è iniziata l’emergenza in buona parte si sono rifugiati dietro il blocco totale nonostante molti territori non fossero per nulla in crisi ed emergenza. Chiudendo tutto e tutti, mal comune mezzo gaudio. Perché, bisogna ricordarlo, l’Italia a marzo si è bloccata completamente nonostante circa i due terzi dei contagi fossero esclusivamente al Nord. Un danno enorme.

Ora finalmente dopo lunghe indecisioni un provvedimento che tiene conto di dati oggettivi (si potrà discutere anche di questo) e non generalizzati.

Si poteva fare tutto molto meglio. Ad esempio nelle zone gialle i ristoranti e i bar almeno fino alle 22 potevano rimanere aperti. Così come i musei, cinema e teatri. Luoghi sicuri e controllati. E su questo bisognerebbe lavorare, perché bloccare il lavoro di molti imprenditori è un dramma sociale enorme. Così come bloccare nuovamente la cultura e lo spazio per far ricreare la mente e lo spirito è un sacrilegio, su questi settori bisognerebbe avere più rispetto e investire di più.

E apro una parentesi. Quanto fa male la scomparsa di Gigi Proietti: un artista vero, umile, rispettoso, gioioso, lungimirante ma soprattutto di famiglia. Uno che se anche non lo conoscevi gli volevi bene solo a vederlo. Perdere Gigi per l’Italia è un dolore grande non solo per lo spettacolo, la cultura ma per tutta la società.

Ed è anche per questo che dobbiamo ricordarci Gigi e la bellezza dello spettacolo e della cultura. Fa bene al cuore e alla mente. E sono medicine naturali che soprattutto in questi momenti bui servono come il pane.

Riapriamo prima possibile i luoghi della cultura.

Detto questo ora le Regioni la finiscano di fare pagliacciate e insensate proteste che dovrebbero essere indirizzare a loro stesse. Pensino ad assumersi le proprie responsabilità e così come nominano i responsabili delle asl cerchino di ottimizzare i propri trasporti locali, i propri sistemi sanitari e le scuole. Tutti settori in ampia parte di competenza regionale.

Per questo almeno in generale questo Dpcm è un passo avanti politico e logico. Ognuno con le proprie responsabilità senza nascondersi dietro i provvedimenti generalizzati nazionali. E quanto sono ridicole le parole di Matteo Salvini. Da quando è iniziata la pandemia non ha fatto altro che fare cavolate in giro per l’Italia, incitando a non usare la mascherina e a non rispettare il distanziamento.

Ed ora ha la faccia tosta di parlare ancora. La fortuna è stata non averlo più al governo in questo periodo. Povera Italia!

E dispiace che in alcune Regioni per colpa di certi governatori, tanto bravi a parlare ma non a dare servizi, ci siano persone che da oggi ritornano al blocco totale.

La strada è ancora lunga ma se si seguono almeno criteri oggettivi e più logici con anche l’aiuto di un’informazione meno ossessiva e allarmistica si potrebbero fare molti passi avanti per una maggiore consapevolezza dell’emergenza e dei suoi risvolti. Bene ma non benissimo. Ora al lavoro per migliorare i punti necessari.