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La polizia americana spara e uccide un afroamericano di 21 anni. Scoppiano le proteste nello Stato di Washington

Le versioni degli agenti e quelle di altri testimoni sono contrastanti. Secondo quanto riferito dallo sceriffo della contea di Clark, Chuck Atkins, il giovane ha sparato contro gli agenti, mentre alcuni dei presenti sostengono che il ragazzo fosse disarmato

Sono esplose nuove proteste guidate dal movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti dopo che i poliziotti dello Stato di Washington hanno sparato e ucciso un giovane afroamericano di 21 anni, ex giocatore di football, durante un’operazione anti-droga. Lo scontro a fuoco è avvenuto giovedì nel comune di Vancouver, anche se è ancora da chiarire la dinamica della sparatoria.

Le versioni degli agenti e quelle di altri testimoni sono infatti contrastanti. Secondo quanto riferito dallo sceriffo della contea di Clark, Chuck Atkins, nel corso di una conferenza stampa, il giovane, Kevin Peterson Jr., padre di una bimba, ha sparato agli agenti che lo inseguivano nel parcheggio di una banca: “I poliziotti hanno risposto al fuoco e il giovane è morto. Sul posto è stata ritrovata anche un’arma“, ha spiegato. Alcuni testimoni sostengono invece che il giovane fosse disarmato.

Il padre di Peterson ha detto che il figlio non aveva precedenti penali e di non avere idea di come sia rimasto coinvolto in un incidente con le forze dell’ordine. Secondo quanto reso noto dall’OregonLive, Peterson è rimasto ucciso mentre era al telefono con la sua compagna.

Così decine di persone hanno iniziato a protestare nella zona della sparatoria dove sono arrivati anche i familiari del giovane. “Non hanno molte informazioni, hanno un lutto enorme, aveva 21 anni, aveva una bambina appena nata, non sanno quello che è successo”, ha spiegato ai media uno dei parenti.