Scuola

Studentessa bendata in un’interrogazione con didattica a distanza in un liceo a Scafati. Il professore: “Così non sbirci gli appunti”

La vicenda è accaduta nei giorni scorsi al liceo Caccioppoli di Scafati (Salerno), che dopo l'interruzione delle lezioni in presenza sta svolgendo la Dad. Sul caso sarà presentata un'interrogazione in consiglio regionale

Doveva sostenere un’interrogazione, a distanza, e per questo la professoressa le ha fatto coprire gli occhi con una benda. La vicenda è accaduta nei giorni scorsi al liceo Caccioppoli di Scafati (Salerno), che dopo l’interruzione delle lezioni in presenza sta svolgendo la didattica a distanza. Unq docente di Latino e Greco ha scelto di bendare gli alunni durante le interrogazioni, così da evitare che “sbircino” gli appunti. L’immagine – pubblicata dal sito cronachedellacampania.it – ha fatto rapidamente il giro delle chat, diventando di dominio pubblico. La segnalazione è partita dal giornalista e docente Mariano Jodice che ha postato su Facebook la foto che ha suscitato le polemiche. “Spero che il dirigente del Liceo in questione intervenga per mettere fine a tali azioni vergognose e lesive per il benessere psicofisico di minori”, ha scritto Jodice. Il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ha presentato un’interrogazione all’assessora Lucia Fortini per chiarire la vicenda.

“Si trattava di un esempio per dimostrare ai ragazzi che non hanno bisogno di sbirciare”, ha commentato il dirigente scolastico Domenico D’Alessandro. Il fatto, riferisce il preside, ha coinvolto due studentesse. “A me è stato riferito da alcuni alunni”, spiega all’Ansa il preside che è in quarantena per via di un caso in segreteria ma ha già parlato con l’insegnante. “Non sembra che questi ragazzi siano stati obbligati – racconta – Nei giorni precedenti qualche studente aveva effettivamente dato una sbirciata agli appunti, quindi la professoressa ha pensato di dimostrare loro quanto fosse inutile. Quindi ha fatto un esperimento con due ragazzine molto brave, facendole bendare. Sono state interrogate e hanno preso nove. Voleva essere un esempio”. D’Alessandro preferisce non pronunciarsi “sulla bontà o meno” della cosa ma è certo che la professoressa “non ha alcuna intenzione di replicare l’esperimento. Parliamo di una docente molto amata e apprezzata dai ragazzi”. Il preside, in ogni caso, nei prossimi giorni ascolterà anche gli studenti che, intanto “ne hanno riparlato anche con la docente e tutto è stato visto in forma ludica. Io non ero in classe, ma conoscendo la professoressa e il suo valore mi rifiuto di pensare che possa aver operato per violare la libertà dei suoi studenti”.