Giustizia & Impunità

“Favoreggiamento della prostituzione nella sua comunità”: prete condannato a 7 anni

La sentenza del tribunale di Oristano. Don Giovanni Usai è stato assolto, come chiesto dalla stessa Procura, per il secondo capo d'accusa di violenza sessuale. Il sacerdote si è sempre dichiarato innocente ricordando la lunga storia di impegno nel sociale e a difesa dei più deboli. I suoi avvocati hanno annunciato ricorso in appello

Don Giovanni Usai, sacerdote fondatore della comunità Il Samaritano ad Arborea, è stato condannato dal tribunale di Oristano a 7 anni di carcere per favoreggiamento della prostituzione. Il pm Marco De Crescenzo aveva chiesto di dichiarare colpevole il prete per questa imputazione (ma per una pena a 6 anni) e di assolverlo per un’ipotesi di violenza sessuale. Secondo la Procura il sacerdote, responsabile della comunità di recupero, avrebbe dovuto vigilare sulle ragazze di origini nigeriane invece avrebbe consentito loro di esercitare la prostituzione e, sempre secondo l’accusa, avrebbe ottenuto a sua volta prestazioni dalle giovani ospiti. Ricostruzione totalmente contestata dalla difesa del prete 77enne che con i legali Franco Luigi Satta e Anna Maria Uras che hanno già annunciato appello. Un secondo imputato, Alphonsus Eze, nigeriano, è stato dichiarato prescritto.

Il primo grado si è concluso dopo 10 anni: don Usai fu arrestato nel 2010, quando era anche cappellano del carcere di Oristano. Il sacerdote ha sempre respinto tutte le accuse ricordando sempre il suo lungo impegno nel sociale, a difesa dei più deboli, nella comunità da lui fondata nel 1983. Se la gestione dei contatti con le ragazze era tenuta da due indagati, secondo gli investigatori don Usai era a conoscenza di quanto accadeva e di non aver fatto nulla per impedirlo. Don Usai ha sempre respinto queste ricostruzioni, sostenendo di essere vittima di un complotto ordito da nemici della comunità da lui fondata.