Diritti

Testarli e formarli come lavoratori essenziali: il piano inglese per i parenti degli anziani in Rsa

Una vittoria per le famiglie e le associazioni come Dementia Uk e Alzheimer's Society che per mesi hanno chiesto che ai parenti degli anziani venisse riconosciuto lo stesso status dei dipendenti delle strutture

Trattare i parenti degli ospiti delle case di riposo come “lavoratori essenziali” e permettergli così di continuare a vedere i loro cari. È la chiave di un progetto pilota che sta partendo in Inghilterra e che prevede uno screening regolare dei congiunti degli anziani che vivono nelle strutture sanitarie assistenziali.

Il progetto, riferiva la stampa inglese nei giorni scorsi, è stato annunciato al Parlamento dal sottosegretario di Stato alla Salute e alla sicurezza sociale, Helen Whately, senza fornire dettagli sulla data di inizio. Una vittoria per le famiglie e le associazioni come Dementia Uk e Alzheimer’s Society che per mesi hanno chiesto che ai parenti degli anziani venisse riconosciuto lo stesso status dei lavoratori delle strutture, sostenendo che le restrizioni agli accessi avrebbero contribuito alla “catastrofe nascosta” della scorsa primavera.

Il dipartimento della Salute, ha detto il sottosegretario, ha messo a punto un piano di sostegno alle case di cura per anziani. Tra le precauzioni assunte, il divieto per il personale di lavorare contemporaneamente in strutture diverse, fattore che lo scorso inverno ha inciso fortemente sulla diffusione del Covid-19 tra le Rsa del Regno Unito.

Il piano governativo per quest’inverno raccomanda anche una limitazione alle visite alle case di riposo e dozzine di strutture hanno già chiuso le porte davanti alla seconda ondata, ma organizzazioni come Age Uk hanno acceso un faro sul fatto che alcuni ospiti stanno morendo “di tristezza” per essere stati separati dai loro cari per lunghi periodi di tempo. “Gli incontri sono incredibilmente importanti per gli ospiti, le loro famiglie e le case di riposo. Io voglio davvero che diventiamo in grado di permetterle, ma gli incontri devono avvenire in sicurezza“, ha detto la Whately.

D’altro canto le altre parti in causa, i gestori delle strutture, hanno messo il dito nella piaga della mancanza di dispositivi di protezione individuale e dei lunghi tempi di analisi dei tamponi, fattori tutt’altro che secondari che mettono seriamente a rischio il progetto.