Cronaca

Torino, è morto il filosofo Vittorio Mathieu. Nel 1994 fu tra i fondatori di Forza Italia

Per anni docente di Filosofia teoretica e poi di Filosofia morale, si è occupato anche di musica, filosofia della scienza, estetica e politica firmando oltre 400 pubblicazioni. Nel 1996 si candidò anche alle elezioni al Senato, risultando non eletto. Bernini: "Una perdita immensa per la cultura italiana e un grande dolore per Forza Italia"

Se ne va a 97 anni il filosofo Vittorio Mathieu, uno dei più noti accademici di Torino. Per anni docente di Filosofia teoretica e poi di Filosofia morale, si è occupato anche di musica, filosofia della scienza, estetica e politica firmando oltre 400 pubblicazioni. Nel 1994 ha contribuito anche a fondare Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, Lucio Colletti e Marcello Dell’Utri. Nato a Varazze (Savona) nel 1923, ha vissuto fino agli ultimi giorni nella sua casa sulla collina di Torino. Poi il ricovero in ospedale a Chivasso dove si è spento stamattina. I funerali, stando a quanto si apprende, si terranno alla Gran Madre di Torino.

I suoi filosofi di riferimento erano Immanuel Kant e Henri Bergson. “Era un uomo e un padre coerente – ricorda la figlia Maria Paola – retto e infaticabile. Più volte minacciato dalle Brigate Rosse, aveva però ricevuto il rispetto degli studenti contestatori che su un muro scrissero ‘Mathieu Kant che ti passa’”. A metà anni Novanta l’impegno in politica, concretizzato con la candidatura al Senato nel 1996. Berlusconi lo scelse infatti fra i “professori” da presentare alle elezioni insieme ai colleghi Lucio Colletti e Marcello Pera. Non eletto, continuò a supportare le iniziative del presidente forzista e collaborò per oltre trent’anni con il Giornale.

“La scomparsa del filosofo Vittorio Mathieu è una perdita immensa per la cultura italiana e un grande dolore per Forza Italia, di cui fu uno dei fondatori. Insieme a Lucio Colletti, fece parte di quel mondo intellettuale che scelse di ribellarsi al pensiero unico della sinistra partecipando alla grande sfida liberale lanciata dal presidente Berlusconi e contribuendo a porre le solide basi politiche per l’affermazione di quello che per due decenni è stato il più grande partito italiano”, ha commentato in una nota la presidente dei senatori di Fi Anna Maria Bernini. “La sua lezione resta un lascito importante per riprendere la strada della rivoluzione liberale rimasta incompiuta”.