Scienza

Coronavirus, “asintomatici pericolosi, sono il 20% del totale e hanno la stessa carica virale. Vanno tracciati per controllare la pandemia”

Gli esperti hanno tenuto sotto osservazione e in isolamento un gruppo di 213 individui risultati positivi al virus: di questi, a sei giorni dal primo tampone, è rimasto asintomatico quasi il 20% (41). Il tampone è stato anche ripetuto al 13/mo giorno e si è visto che tutti i positivi, anche in assenza di sintomi, avevano una carica virale comparabile

La percentuale di persone asintomatiche ma positive al coronavirus potrebbe essere inferiore rispetto a quanto ritenuto finora e non superare il 20% del casi totali, ma non per questo bisogna abbassare la guardia, anzi, è importante tracciarli per tenere sotto controllo l’andamento dell’epidemia. È quanto emerge da un lavoro pubblicato sulla rivista Plos Medicine da Diana Buitrago-Garcia dell’Università di Berna in Svizzera. Il lavoro si basa su una revisione di 79 studi già pubblicati sulla covid-19 per un totale di 6.616 persone coinvolte, delle quali 1.287 sono state definite asintomatiche. Lo scopo della meta-analisi è stato di determinare la quota di persone infettate dal SARS-CoV-2 che resta veramente asintomatica per tutto il corso dell’infezione e quindi distinguere i veri asintomatici dai pre-sintomatici, in quanto c’è ancora molto disaccordo su questo fronte, spiegano gli autori.

È emerso che i veri asintomatici ammontano al 20% delle persone positive al virus, e quindi sono una quota minoritaria rispetto a quanto ritenuto finora. Poiché tutte le persone infettate dal virus SARS-CoV-2 sono inizialmente asintomatiche, concludono gli autori del lavoro, si stima che la quota di coloro che finirà per sviluppare i sintomi è di circa l’80% dei positivi, suggerendo che la trasmissione da parte dei pre-sintomatici potrebbe dare un contributo significativo all’epidemia di SARS-CoV-2.

Da un altro studio condotto invece da Joon Seo Lim, del Clinical Research Center e pubblicato sulla rivista Thorax, è stato accertato che la quantità di virus in naso e torace di un asintomatico con SARS-CoV-2 è la stessa di una persona infettata e con sintomi classici (sintomi respiratori come tosse, raffreddore o febbre ,etc), il che conferma la possibilità che gli asintomatici diano un importante contributo alla trasmissione del virus.

Gli esperti hanno tenuto sotto osservazione e in isolamento un gruppo di 213 individui risultati positivi al virus: di questi, a sei giorni dal primo tampone, è rimasto asintomatico quasi il 20% (41). Il tampone è stato anche ripetuto al 13/mo giorno e si è visto che tutti i positivi, anche in assenza di sintomi, avevano una carica virale comparabile.

“Considerando che la maggior parte degli individui asintomatici con infezione da SARS-CoV-2 è probabile non venga intercettata e continui quindi a fare la vita di sempre (sfugge insomma all’isolamento), questi individui potrebbero avere un ruolo essenziale nella trasmissione del virus responsabile della COVID-19 e quindi nel perdurare della pandemia”, scrivono gli autori. “Quindi i nostri dati aggiungono ulteriore sostegno all’importanza dell’uso della mascherina da parte di tutti, indipendentemente dalla presenza di sintomi, e suggerisce che i test per il SARS-CoV-2 dovrebbero essere estesi per intercettare gli asintomatici specie nei settori a rischio come nelle strutture sanitarie e residenziali”, concludono.