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  2. L'upgrade da Pascal ad RTX 3080 funziona?
Tecnologia

NVIDIA RTX 3080, giocare in modo fluido in 4k con il ray tracing attivo si può

Abbiamo messo alla prova la GeForce RTX 3080, la nuova scheda video di NVIDIA che si appresta a giungere sul mercato nei prossimi giorni, per verificare le promesse fatte dal chip maker statunitense durante la sua presentazione

Ad inizio settembre NVIDIA ha tolto i veli alla sua nuova famiglia di schede video dedicate al gaming, mostrando al pubblico una tabella comparativa con le precedenti due generazioni che evidenziava un importante salto prestazionale, salto ben superiore a quanto atteso da pubblico ed esperti ricordando la presentazione delle RTX20. Durante le ultime due settimane abbiamo avuto modo di provare con mano la GeForce RTX3080 Founders Edition, la prima delle schede video di NVIDIA di nuova generazione ad arrivare sul mercato.

Due anni fa, quando NVIDIA presentò la prima generazione di chip grafici RTX, basati sull’architettura Turing, per molti fu la prima volta che sentivano parlare di “ray tracing” – una tecnica di grafica 3D utilizzata per tracciare il percorso dei raggi di luce all’interno della scena, che permette di gestire in modo più realistico illuminazioni, riflessi ed ombre – vedendo racchiuso in quelle due parole la maggior parte delle potenzialità promesse dalle nuove schede video. La scarsità di titoli che supportavano la novità (nel primo anno si contavano sulle dita di una mano) ed un notabile peggioramento delle prestazioni -a volte eccessivo- con RTX attivo han finito però per non far percepire al pubblico le potenzialità del ray tracing in tempo reale, al punto da farla indicare tra i meno esperti come una delle tante tecnologie meteora degli ultimi anni – i televisori 3D li ricordate?

Con la nuova architettura Ampere, su cui si basano le nuove GPU di NVIDIA, il chip maker statunitense ha modificato la struttura degli “Streaming Multiprocessor” rispetto a quanto proposto con l’architettura Turing, vedendo introdotti i più potenti RT Core di seconda generazione ( le unità di dedicate ad accelerare l’elaborazione del ray tracing), ed i tensor core di terza generazioni (dedicati alle reti neurali), oltre ad una rivisitazioni delle unità di calcolo in modo da permetterle di eseguire fino al doppio delle operazioni FP32 (operazioni in virgola mobile a 32bit) per ciclo di esecuzione rispetto a quanto possibile con l’architettura precedente; non meno importante il supporto al dlss2.0, già arrivato sulle precedenti schede alcuni mesi fa. Alla luce della nostra esperienza con la RTX3080 possiamo dire che il lavoro svolto da NVIDIA ha portato i suoi frutti, riuscendo ad ovviare ad uno dei due problemi che ostacolavano la diffusione del ray tracing, quello prestazionale.

Durante questo periodo con la RTX 3080 Founders Edition abbiamo provato vari titoli in ultraHD, impostando sempre la qualità grafica al livello massimo possibile e attivando dove disponibili DLSS2.0 e Ray Tracing, senza mai (o quasi) trovarci in situazioni in cui la GPU di NVIDIA non fosse capace di garantire un framerate medio al di sopra dei 60fps, il tutto nonostante la nostra scelta di installare la scheda su un PC non proprio recente, simulando a tutti gli effetti un upgrade per gli utenti con GPU Pascal a cui aveva fatto riferimento durante la sua presentazione Jen-Hsun “Jensen” Huang, fondatore e CEO di NVIDIA. Troverete maggiori approfondimenti su come abbiamo svolto la prova e sui relativi risultati sulla pagina dedicata, ma per darvi un assaggio sui risultati su alcuni giochi in 4k: Battlefield V (RTX ON) 65fps, Death Stranding 110fps e Doom Eternal 185fps.

Come abbiamo avuto modo di vedere al suo lancio qualche mese fa, DLSS2.0 – la tecnologia che permette di ottenere immagini di gioco in alta risoluzione a partire da immagini in risoluzioni inferiore grazie alle reti neurali – risolve finalmente alcuni dei problemi di imprecisioni che si presentavano invece nella prima versione, lanciata con le GPU Turing, rendendolo un metodo valido per migliorare le prestazioni anche in ultraHD; nella nostra prova ad esempio in Death Stranding, l’ultimo videogame di Hideo Kojima da poco arrivato su PC, sfruttando la tecnologia di upscaling di NVIDIA, i panorami di gioco restano sbalorditivi, oltre ad essere perfettamente leggibili le scritte sullo zaino del protagonista (screenshot in 4k). Su alcuni dei giochi che abbiamo provato che supportano il ray tracing, attivandolo si cambiare la percezione degli ambienti presentati offrendo un livello di luci, ombre e riflessi tali da replicare in modo ottimale quando ci aspetteremmo in condizioni simili nel mondo reali, rendendo molto realistiche anche le zone meno illuminate, come ad esempio su Metro Exodus dove alcune porzioni di ambienti chiusi diventano talmente bui da rendere obbligatorio l’uso della torcia per osservarne i dettagli.

La RTX3080 Founder’s Edition non è solo però una scheda potente, fa anche la sua figura dal punto di vista estetico: per le sue “RTX30” NVIDIA ha optato per un design particolarmente curato che nel caso della 3080 vede la parte superiore non ridotta ad essere una semplice piastra di copertura e rinforzo al circuito stampato, ma diventare parte del design stesso grazie alla copertura suddivisa da cornisci in vari pannellini, che insieme alla ventola nella parte “anteriore” potrebbe benissimo essere scambiata per la faccia inferiore di una scheda con raffreddamento “blower” (design usato in passato proprio da NVIDIA per le sue Founders Edition); la parte inferiore replica la medesima sagoma delle cornici ma invece dei pannelli troviamo nella porzione posteriore la ventola inferiore, mentre nelle restanti sono presenti una serie di lamelle che contribuiscono alla dispersione del calore prodotto dalla GPU. Unico aspetto che potrebbe far storcere qualche bocca, la presa per il nuovo connettore a 12Pin dell’alimentazione non è posizionato nella parte anteriore della scheda, ma verticalmente tra le lamelle che caratterizzano l’area centrale del “fianco”, e l’adattatore per convertire il doppio connettore ad 8Pin al singolo da 12 dato in dotazione non è proprio la cosa più semplice da “nascondere”.

Parlando del sistema di raffreddamento, la 3080 di NVIDIA si presenta con una particolare una configurazione passthrough biassale : la ventola posteriore è installata in modo più tradizionale, il cui compito è spingere aria dalla parte inferiore del case verso il blocco di dissipazione dei chip, per poi sfogarla attraverso le aperture sulla piastra posteriore (sul retro del pc al di sotto delle porte); la ventola anteriore (quella posizionata nella faccia superiore) aspira aria dal basso attraverso un sistema di heatpipe e lamelle che occupano quella porzione dell’involucro della scheda – il circuito stampato occupa la parte posteriore e centrale, terminando con un intaglio a V per dar spazio al sistema di dissipazione. Durante le prove il sistema di raffreddamento è riuscito a mantenere costantemente le temperature della GPU al di sotto dei 75° (raramente abbiamo visto nei tool passato questo valore), al contempo però, utilizzando il nostro sistema un dissipatore ad aria di grosse dimensioni, ha contribuito ad alzare di alcuni gradi (3-5° max) la temperatura raggiunta dalla CPU, a parità di carico, rispetto a quando usata in associazione ad scheda più tradizionale: l’aria calda espulsa dalla ventola anteriore della RTX3080 veniva catturata dal dissipatore del processore.

Tra le novità che non abbiamo avuto ancora modo di provare troviamo i vantaggi che la RTX3080, insieme alle altre nuove schede di NVIDIA, promette nell’ambito “studio“, come ad esempio la possibilità di sfruttare l’encoder NVEC integrato per accelerare il rendering dei video con Adobe Premiere PRO, ci ripromettiamo di farlo non appena saranno disponibili i driver adatti. Cosi come non ci è stato possibile provare ancora RTX IO, la tecnologia che permette di caricare gli asset grafici dal disco direttamente sulla GPU, risparmiando dunque carico sul processore, in questo caso però l’attesa sarà un po più lunga: non sono ancora stati annunciati i giochi che la supporteranno, sopratutto perchè la nuova API DirectStorage di DirectX (basata sul processo simile che Microsoft ha sviluppato per le nuove Xbox), è stata annunciata solo di recente; a riguardo, ci è stato riferito da NVIDIA che RTX IO sarà supportato anche su PC con PCIe3.0 e non solo sui più recenti dotati dello standard più recente.

La RTX3080 nella nostra prova ha confermato gran parte di quanto affermato da NVIDIA durante l’evento di presentazione, posizionandosi a nostro parere come la GPU ideale per coloro che vogliono giocare in 4k senza dover rinunciare alla fluidità di gioco optando per l’uso del ray tracing, sopratutto alla luce del fatto che, grazie al supporto anche da parte delle console, quest’ultima diverrà una tecnologia non più di nicchia, vedendo dunque crescere il numero di nuovi giochi che la integreranno: tra i prossimi troviamo Fortnite, dove sarà attivata domani con una patch, Cyberpunk 2077 e Call of Duty: Black Ops Cold War, entrambi attesi per novembre.

Nello specifico parlando della Founder’s Edition, il prezzo a cui viene offerta (715€) è altamente competitivo, e grazie alle dimensioni più compatte rispetto alle schede partner, può anche contribuire a migliorare l’estetica interna del PC (a patto però di trovare un cavetto per l’alimentazione più discreto).

Se siete interessati ad approfondire i risultati della RTX3080 Founder’s Edition nella veste di upgrade su un PC meno recente, troverete tutto nella prossima pagina.