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Migranti, posti di blocco in Friuli e task-force interministeriale per adeguare gli hotspot. Lamorgese: “Priorità è salvaguardia salute”

A dettare la linea in tema di controllo e gestione dei flussi migratori è stata proprio la titolare del Viminale, intervenuta dopo un incontro in prefettura a Trieste nel corso del quale si è parlato delle misure da adottare per gli arrivi dalla rotta balcanica. La ministra non ha escluso che, se necessario, si possa anche optare per la chiusura dei valichi di frontiera minori con la Slovenia

Un controllo dei confini, soprattutto nel nord-est, più stringente, lotta contro le organizzazioni di trafficanti e la creazione di una nuova task-force interministeriale di supporto alle autorità locali anche nell’adattamento dei centri di accoglienza all’emergenza Covid-19. Sono queste le tre linee parallele sulle quali si muoverà l’azione del governo nel tentativo di regolare i flussi migratori verso l’Italia che a luglio hanno subito un nuovo picco. Lo ha spiegato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervenuta dopo un incontro in Prefettura a Trieste incentrato proprio sulla gestione degli arrivi in Friuli-Venezia Giulia e dopo l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo che ha portato all’arresto, in mattinata, di 14 sospetti trafficanti, mentre altri 4 indagati sono tutt’ora latitanti.

Friuli, più controlli e blocchi al confine: “Valuteremo chiusura dei valichi minori”
“Già da stasera porremo in essere iniziative per quanto riguarda i controlli”, anche per “intercettare organizzazioni criminali – ha annunciato la titolare del Viminale, intervenuta al termine dell’incontro triestino – Vediamo come andranno”. Oltre ai controlli sulle autostrade, “verranno fatti dei blocchi anche sulle strade 54 e 56 e stamattina venendo qui mi hanno fatto vedere dove verranno fermati i mezzi per verifiche più accurate“.

La decisione è legata al nuovo aumento di arrivi illegali non solo attraverso la rotta mediterranea, ma anche da quella dei Balcani, al confine tra Italia e Slovenia. Una situazione che richiede un intervento più deciso da parte degli organi di controllo, ha spiegato Lamorgese, ma che al momento non necessita della chiusura dei valichi di frontiera minori: “Penso che la chiusura dei valichi minori, che sarebbero 21, possa essere affrontata all’esito di tutte queste attività che stiamo ponendo in essere”. Per adesso avviamo “un’attività intensificata sui valichi minori da stasera. Ne parleremo all’esito” dei riscontri, “se saranno positivi come auspichiamo”.

In un’intervista rilasciata al Messaggero, Lamorgese aveva anticipato che tali interventi si rendono necessari anche a causa della situazione sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, per evitare che i flussi migratori incontrollati diventino anch’essi un elemento di ulteriore rischio in termini di diffusione del virus. “È evidente – ha detto – che, con l’emergenza Covid, la gestione del fenomeno migratorio, anche in Friuli, è aggravata dalle difficoltà organizzative legate all’esigenza di trovare spazi adeguati per garantire l’isolamento e la sorveglianza sanitaria dei migranti in quarantena“.

Tra i temi dell’incontro anche l’accoglienza dei minori non accompagnati: “La competenza è dei Comuni – ricorda – anche se conosco bene le difficoltà che stanno incontrando gli enti locali, soprattutto i più piccoli, nella gestione del loro isolamento sanitario obbligatorio e per i costi che questo comporta, difficilmente sostenibili per le realtà minori. È necessaria, tuttavia, una maggiore attività propositiva da parte degli enti locali”. In ogni caso, aggiunge, “posso assicurare che i sindaci non verranno lasciati soli su questo fronte estremamente delicato”.

La rotta mediterranea: task-force interministeriale e interventi sui centri di accoglienza
Dopo l’operazione di Palermo, Lamorgese ha ribadito che “è massima l’attenzione della magistratura e delle forze di polizia per contrastare i traffici dei migranti da parte delle associazioni criminali transnazionali che favoriscono l’immigrazione illegale dietro il pagamento di denaro da parte dei migranti stessi e dei loro familiari”. E ha ricordato che “nella direzione di una più intensa collaborazione con i Paesi del Nord Africa, ho promosso, insieme alla Commissione europea e alla presidenza di turno tedesca, lo scorso 13 luglio, uno specifico incontro, in videoconferenza da Trieste, con l’obiettivo di definire una strategia comune per il contrasto a quei sodalizi criminali dediti al favoreggiamento della immigrazione illegale dal continente africano”.

Intanto, in collaborazione con il ministro della Salute, Roberto Speranza, la titolare del Viminale ha deciso di istituire una task-force interministeriale composta dal personale sanitario della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco e dell’Usmaf (Ufficio sanità marittima, aerea e di frontiera) Sicilia per assicurare il supporto ai prefetti della regione per svolgere i necessari interventi di adeguamento delle strutture di accoglienza per migranti alle disposizioni sul contrasto alla diffusione del Covid-19. Si tratta, spiega il ministro, “dell’adozione di rigorose misure di prevenzione volte a contenere il rischio contagio, secondo le indicazioni contenute nelle linee guida nazionali per i profili igienico-sanitari”. La task-force opererà secondo un cronoprogramma degli interventi che darà la priorità all’hotspot di Lampedusa, dove sono in corso di ultimazione le operazioni di svuotamento.