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Covid, Mattarella: “Ue coraggiosa, ora rapidità su Recovery fund. Non compromettere la speranza delle nuove generazioni”

Il presidente della Repubblica, intervenendo in video al Forum Ambrosetti di Cernobbio, sottolinea come l'Europa, con l'accordo del Consiglio Ue di luglio, abbia "ritrovato lo spirito dei padri fondatori". E insiste affinché alle nuove generazioni venga assicurato "un orizzonte sostenibile"

La pandemia di coronavirus è stata “uno spartiacque per la Ue, che in pochi mesi ha assunto decisioni coraggiose e innovative”. Quello che ora è prioritario è velocizzare il più possibile il processo di approvazione del Recovery Fund, “per rendere le risorse disponibili già all’inizio del 2021, e velocemente piani nazionali di rilancio. Si tratta di una possibilità unica e forse irripetibile di interventi per assicurare prosperità“. Al centro dell’intervento video del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Forum Ambrosetti a Cernobbio ci sono ancora una volta la pandemia di coronavirus e le preoccupazioni per i giovani e i cittadini Ue, che “vivono con ansia e incertezza questo momento”. Per questo Mattarella insiste sul piano approvato dai 27 dell’Unione, che “servirà a porre condizioni di maggior equilibrio”, ma allo stesso tempo esorta a “non fare della Ue mera istanza di trasferimento dei fondi”. E ha rivolto un monito ai decisori di oggi per proteggere chi verrà domani: “Non compromettiamo con scelte errate la speranza per chi verrà dopo di noi di godere di condizioni per lo meno pari di quelle di cui noi abbiamo usufruito – ha detto il presidente -. In caso di inattività le nuove generazioni ci domanderanno perché una generazione” che ha goduto di prosperità “non ha realizzato infrastrutture necessarie per la crescita e riforme necessarie accrescendo solo la massa del debito. Oggi viviamo condizioni irripetibili”.

“L’Europa ha ritrovato lo spirito dei padri fondatori” – Per Mattarella, nell’emergenza data dalla crisi sanitaria, la Ue “ha mostrato sua forza propulsiva, la capacità di ritrovare lo spirito dei suoi padri fondatori”. “Se agiremo con assennatezza – ha aggiunto – l’Ue uscirà da questo periodo altrimenti fosco e confuso con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con una più ampia influenza a livello internazionale”. Mattarella ricorda che alle “parole semplici e significative che hanno attenuato il senso di solitudine e smarrimento” di Ursula Von Der Leyen quando la crisi esplodeva “han fatto seguito azioni concrete. Le Istituzioni hanno rafforzato la coesione europea nel senso dei padri fondatori. In momenti di grande incertezza come questi si deve indicare il futuro. La Commissione non ha solo dato una esortazione alla solidarietà ma ha fatto un esercizio di funzionalità per indicare una strada da percorrere la cui approvazione non appariva scontata”. E parlando ancora una volta allo storico Consiglio Ue di luglio, che dopo mesi di trattative ha dato il via libera al piano di aiuti, il presidente della Repubblica ha sottolineato che “rappresenta una svolta di portata straordinaria e manifesta un livello di ambizione all’altezza delle aspirazioni. Il risultato punto di arrivo e punto di partenza: se con gli strumenti assicureremo la ripresa avremo compiuto un passo importante nel cammino di rafforzamento della coesione e della integrazione nell’esercizio condiviso di una sovranità democratica”.

“Tracciare un orizzonte sostenibile per le nuove generazioni” – Al centro dell’intervento del presidente della Repubblica anche i giovani, affinché l’Europa tracci per loro un futuro sostenibile. “Ai Paesi membri dell’Ue viene offerta una possibilità unica anche per assicurare prosperità e benessere alle future generazioni. Non è un caso che il piano di rilancio sia chiamato ‘piano generazione futuro’: l’obiettivo deve essere quello di tracciare un’orizzonte sostenibile per le nuove generazioni“. Mattarella ha poi aggiunto che “la crisi obbliga a ricorrere massicciamente al debito, ma non dobbiamo compromettere con scelte errate le speranza, per chi verrà, di accesso a condizioni economiche se non migliori quanto meno pari a quelle di cui noi abbiamo usufruito”. Per questo, ha osservato, “le prossime generazioni guarderanno in modo critico al periodo che stiamo vivendo, guarderanno come sono state destinate risorse così ingenti, in caso di inattività si domanderanno perché una generazione che ha potuto godere di questo non sia riuscita a realizzare infrastrutture e riforme per la crescita”.