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L’Ungheria chiede le frontiere da settembre per limitare i contagi. Ecco come si stanno muovendo gli altri Paesi europei

Con la risalita dei casi di coronavirus in Europa, la Germania sconsiglia i viaggi nelle aree a rischio e la Gran Bretagna impone quarantene a chi rientra da alcuni Stati

Con la risalita dei contagi di coronavirus in Europa, alcuni stati corrono ai ripari. L’Ungheria ha annunciato che chiuderà le frontiere dal primo settembre, per arginare la diffusione della pandemia. Mentre la Gran Bretagna allunga la lista dei Paesi per cui, al rientro, è obbligatoria la quarantena, aggiungendo Svizzera, Repubblica Ceca e Giamaica e la Germania invita i cittadini a non viaggiare in aree a rischio se non “assolutamente necessario”.

La misura decisa dal governo di Budapest verrà adottata per rispondere al notevole aumento dei contagi da Covid negli ultimi giorni, ha annunciato il vice-premier Gergely Gulyas dopo una riunione del governo. “Nessun cittadino straniero potrà entrare in Ungheria da quel giorno, salvo qualche eccezione da precisare ancora“, ha aggiunto. Gli ungheresi che tornano dall’estero, dovranno presentare due test negativi, altrimenti dovranno restare in quarantena per due settimane. Secondo Gulyas, l’aumento dei contagi avviene attraverso il traffico con l’estero ed è determinato dal ritorno degli ungheresi in vacanza e da viaggiatori stranieri che portano il virus nel Paese. “Dal 1 settembre, tutti i paesi stranieri sono zona rossa per noi”, ha detto Gulyas. Il governo ungherese sta trattando con la Uefa, per stabilire come organizzare nello stadio di Budapest la finale della supercoppa fra il Bayern Monaco e Siviglia, fra tre settimane: l’organizzazione sportiva ha permesso la presenza di 20mila spettatori nello stadio (che ha 68 mila posti). Sarà la prima partita alla quale sono ammessi spettatori in presenza da quando è scattato il divieto per l’epidemia. I tifosi stranieri saranno portati dall’aeroporto direttamente allo stadio, e dopo la partita saranno riportati allo scalo.

Secondo il presidente francese Emmanuel Macron chiudere le frontiere tra i Paesi europei sarebbe “controproducente e soprattutto inefficace nella lotta contro il virus e la sua diffusione, non ha alcun senso”. Ma Regno Unito, Belgio o Germania hanno applicato restrizioni sui viaggi in Francia. “Bisogna piuttosto avere una metodologia comune per definire le zone di circolazione attiva (del virus) e per trattarle in seno a ogni Paese”.

In Germania invece la cancelliera Angela Merkel ha invitato i cittadini a non viaggiare in zone a rischio, a meno che non sia “assolutamente necessario”. La cancelliera ha sottolineato che non sarebbe facile immaginare un divieto di viaggi, soprattutto nell’area Schengen:”Non vogliamo ripristinare i controlli alle frontiere“.