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Navalny, la polizia dei trasporti russa avvia indagine preliminare. Il Cremlino: “Routine, non c’è motivo per un’inchiesta vera e propria”

Il dipartimento che sta effettuando i controlli, però, ha detto di non aver trovato alcuna sostanza "anomala o stupefacente" nella sua stanza d'albergo o nei luoghi che l'attivista ha visitato. Intanto la Russia ha chiesto alla Germania "informazioni e prove" sulla diagnosi formulata dai medici che lo hanno in cura

Una procedura di routine“. Così il Cremlino definisce l’indagine avviata dalla polizia dei trasporti russa su cosa sia accaduto davvero all’attivista dell’opposizione Alexei Navalny, ricoverato in ospedale con tracce di veleno nel corpo. Secondo il portavoce Dmitry Peskov “non ci sono motivi per un’indagine vera e propria”.

Il dipartimento di polizia che sta conducendo le indagini, però, ha detto di non aver trovato alcuna sostanza “anomala o stupefacente” nel corso dei controlli. Nulla, per ora, che possa il repentino deterioramento della salute di Navalny. “L’accertamento ha compreso una vasta gamma di procedure operative e investigative – ha detto l’ufficio stampa – Per esempio, è stata controllata la stanza d’albergo dove Navalny alloggiava e i luoghi che ha visitato durante il suo viaggio”.

“In questi casi si svolgono sempre procedure pre-investigative“, ribadisce il portavoce del Cremlino rispondendo alle domande dei giornalisti che volevano sapere se fosse cambiato o meno l’approccio del governo alla questione. “Nulla è cambiato. Purtroppo non abbiamo ancora capito cosa ha causato lo stato in cui si trova ora il paziente”, ha detto Peskov, citato da Interfax.

In questo momento Navalny si trova ricoverato a Berlino, dove i medici dell’ospedale Charité hanno confermato il sospetto avvelenamento dopo il ritrovamento nell’organismo di un inibitore della colinesterasi, una potente neurotossina. I medici tedeschi che hanno in cura il 44enne non hanno escluso “effetti a lungo termine” sulla sua salute e possibili danni al sistema nervoso, ma Navalny non è in pericolo di vita. La Russia però ha chiesto alla Germania “informazioni e prove” sulla diagnosi preliminare. “Agendo sulla base della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 1959 e dei suoi protocolli aggiuntivi – fa sapere il portavoce dell’agenzia Andrei Ivanov – Il 27 agosto la Procura generale russa ha chiesto agli organi giudiziari della Repubblica federale di Germania di fornire assistenza legale sulla base del materiale dell’inchiesta del ministero dell’Interno russo sull’ospedalizzazione del cittadino russo Alexei Navalny”. In particolare è stato chiesto di fornire alle autorità russe “chiarimenti, informazioni e prove della diagnosi preliminare che è stata annunciata, nonché documenti relativi ai dati medici e ai test condotti dagli specialisti tedeschi durante il periodo in cui il cittadino russo è stato trasportato dalla Russia in Germania e il suo soggiorno all’ospedale Charité”.