Scuola

Scuolabus, “confermato l’obbligo di un metro di distanza”: ora si studiano separatori e orari di ingresso differenziati

Il Comitato Scientifico ha chiarito oggi che non concederà alcuna deroga al distanziamento, anche con obbligo di mascherina. Nella riunione avvenuta sul trasporto pubblico locale, alla presenza delle Regioni, sono stati sollevati i problemi delle risorse e dei mezzi utilizzabili

Sugli scuolabus ci si siederà a un metro gli uni dagli altri. Il Comitato Scientifico ha chiarito oggi che non concederà alcuna deroga alla distanza di sicurezza, anche con obbligo di mascherina. Nella riunione sul trasporto pubblico locale, alla presenza delle Regioni, sono stati perciò confermati gli attuali criteri di distanziamento all’interno dei mezzi: in vista della riapertura della scuola, adesso si lavora sull’utilizzo di separatori e sulla differenziazione degli orari scolastici.

In vista della riapertura delle scuole si lavora per la sicurezza degli alunni, a partire dal tragitto. Per quanto riguarda i separatori – spiega l’assessore Fulvio Bonavitacola, che coordina gli assessori regionali ai trasporti – il Ministero delle infrastrutture ha fatto presente di aver già predisposto una bozza di circolare per la messa in opera di distanziatori nei mezzi di trasporto extra-urbano e nei treni locali. Deve ancora essere individuato però il materiale idoneo e la certificazione sanitaria finale. Questa soluzione, che non potrà essere disponibile a breve, non potrà essere applicata però al trasporto urbano, inclusi metro e autobus.

L’altra questione allo studio – prosegue l’assessore – è la differenziazione degli orari: oggi è stato ribadito che è rimessa del tutto all’autonomia degli istituti scolastici e alle decisioni nell’ambito dei tavoli regionali e provinciali. Non essendoci un’indicazione nazionale, entro la fine della settimana si potrà fare un quadro delle decisioni prese nei vari tavoli. Le Regioni hanno fatto presente che scaglionare semplicemente gli orari, soprattutto per quanto riguarda le corse extra urbane, non può essere la soluzione: impossibile adeguare i servizi (sia in termini di mezzi, sia di personale) in così poco tempo. Per quanto riguarda l’utilizzo di bus turistici, molte Regioni hanno segnalato che già fanno ricorso al trasporto non di linea: semmai c’è l’esigenza di accelerare le procedure di affidamento, ma questo non risolve il problema.

Infine, le Regioni hanno sollevato un problema di risorse per eventuali servizi aggiuntivi, visto che le risorse del Fondo straordinario del decreto rilancio, poi aumentate di 400 milioni, sono destinate a coprire i mancati introiti delle aziende e possono essere utilizzate per intero solo nel 2021.

Le linee guida per gli scuolabus erano state inizialmente inserite nell’ultimo dpcm del 7 agosto scorso: gli scuolabus potranno viaggiare con la capienza massima consentita nel caso in cui “la permanenza degli alunni nel mezzo” non sia “superiore ai 15 minuti“. Tutti, ad eccezione di quelli di età inferiore ai sei anni e a coloro che hanno delle disabilità, dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina “al momento della salita sul mezzo”. Il protocollo prevedeva inoltre il rispetto della distanza di un metro, ma con alcune deroghe: la prima riguardava appunto la durata del tragitto, la seconda era invece consentita “nel caso in cui sia possibile l’allineamento verticale degli alunni su posti singoli e sia escluso il posizionamento cosiddetto faccia a faccia”.

La scorsa settimana, il presidente dell’Anci Antonio Decaro parlando della scuola in un’intervista a Ilfattoquotidiano.it aveva sollevato i temi del trasporto e dei banchi. “Il primo punto non può essere sottovalutato: il distanziamento previsto sugli scuolabus e sui bus è di un metro – aveva detto – Per rispettarlo avremo la necessità di acquistare più scuolabus e di avere più personale addetto a questo servizio”.