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Coronavirus, a Berlino riaprono le case chiuse: ma niente sesso e obbligo di mascherina

In Germania la prostituzione è legale dal 2002 ed è regolamentata da una serie di apposite leggi. Nel Paese sono 40mila le persone registrate come operatrici del sesso, con il diritto a contratti di lavoro regolari e a misure di previdenza sociale

Dopo i mesi di chiusura per l’emergenza coronavirus, a Berlino hanno riaperto le case chiuse, anche se con alcune limitazioni: niente rapporti sessuali veri e propri (almeno fino al primo settembre), concessi invece i massaggi erotici. Il tutto con l’obbligo di mascherina. Non solo: i clienti delle strutture devono poi compilare un modulo con le proprie generalità, che verrà conservato in una busta sigillata che sarà aperta solo nel caso in cui dovessero verificarsi dei contagi e fosse necessario rintracciare tutti i frequentatori.

“Proprio come al supermercato, dal benzinaio o in metropolitana“, spiega Aurel Johannes Marx, imprenditore del settore. “Quello che non funziona è che molti clienti vengono con l’aspettativa di poter fare del sesso. In questi mesi abbiamo registrato perdite a sei zeri — conclude — e ora dobbiamo investire di più per assicurarci che la struttura soddisfi i requisiti imposti dalla pandemia”.

In Germania la prostituzione è legale dal 2002 ed è regolamentata da una serie di apposite leggi. Nel Paese sono 40mila le persone registrate come operatrici del sesso, con il diritto a contratti di lavoro regolari e a misure di previdenza sociale. I mesi di lockdown hanno costretto molte persone a esercitare in nero per sopravvivere e in alcune città, come Berlino e Amburgo, ci sono state manifestazioni di protesta contro le restrizioni imposte alle case chiuse.