Scienza

Vaccino contro il Covid, l’annuncio dell’Oms: “Nove già in fase 2 e 3 di sperimentazione (le più avanzate)”. Ma non c’è quello russo

Il direttore generale: "La stragrande maggioranza dei vaccini fallisce nella fase iniziale di sviluppo. Per questo il mondo ha bisogno di più candidati per moltiplicare le chance di trovare un vincitore". Ad oggi partecipano alla corsa al vaccino 226 candidati: di questi 34 sono già entrati nella fase di sperimentazione sull'uomo

“Ci sono nove vaccini anti-Covid già nelle fase 2 e 3 di sperimentazione”. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sulla pandemia di coronavirus. Le due fasi rappresentano le ultime prima della commercializzazione del prodotto e della cosiddetta fase quarta, o di studi post-autorizzativi, che ha l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino nelle sue reali condizioni d’uso. E sono quindi le più avanzate. Tra loro, è stato specificato in conferenza stampa, non rientra quello russo, annunciato come imminente da Vladimir Putin, sul quale “non si hanno ancora elementi a sufficienza per fare una valutazione”.

“Paesi che rappresentano il 70% della popolazione globale fanno già parte o hanno espresso interesse nei confronti Attraverso dell Covax Global Vaccines Facility”, ha aggiunto il direttore dell’Oms. “La stragrande maggioranza dei vaccini fallisce nella fase iniziale di sviluppo. Per questo il mondo ha bisogno di più candidati per moltiplicare le chance di trovare un vincitore”, contro il coronavirus, ha aggiunto. E, in effetti, i candidati alla corsa sono ad oggi 226. Di questi, 34 sono già entrati nella fase di sperimentazione sull’uomo.

“Quando sarà trovato un vaccino efficace contro il coronavirus, la domanda sarà maggiore dell’offerta – ha sottolineato ancora il direttore dell’Oms – Domanda eccessiva e competizione stanno già creando una forma di nazionalismo del vaccino e c’è il rischio che il prezzo venga gonfiato”. Per questo ha sottolineato durante il briefing, servono “solidarietà globale” e “investimenti del settore pubblico” che impediscano il “malfunzionamento del mercato”. Ghebreyesus ha quindi ricordato le stime dell’Fmi secondo cui “la pandemia costerà all’economia globale 375 miliardi di dollari al mese e una perdita totale di oltre 12 trilioni di dollari in due anni”. Quindi ha concluso, solo “liberandoci del virus ovunque nel mondo potremo ricostruire le nostre economie”. “Prima fermiamo la pandemia prima possiamo garantire la ripresa di settori interconnessi come viaggi, commercio e turismo”, ha chiosato.