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Beirut, “un boato improvviso, fortissimo, eravamo smarriti”: il racconto del militare italiano ferito nell’esplosione

Dopo i primi attimi di incredulità, il caporalmaggiore Roberto Caldarulo ha iniziato a verificare le condizioni dei suoi compagni per essere sicuro che tutti stessero bene: "Solo dopo mi sono accorto che la mia mano sanguinava, ma niente di grave"

“Un boato fortissimo”, poi lo smarrimento, l’incredulità e subito la preoccupazione per la sorte dei propri compagni. A due giorni dall’esplosione che ha devastato Beirut, Roberto Caldarulo, il caporalmaggiore dell’Esercito rimasto lievemente ferito, ricostruisce quei momenti di due giorni fa, quando l’onda d’urto ha investito anche i militari italiani.

“Ricordo un boato fortissimo, indescrivibile. Gli avvenimenti si succedevano molto velocemente, subito dopo l’esplosione c’è stato qualche attimo di smarrimento perché era del tutto imprevisto, ma ringraziando il Signore stiamo tutti bene”, ricorda Caldarulo. Subito dopo, la preoccupazione per i propri commilitoni: “Abbiamo fatto subito un controllo tra noi per vedere se qualcuno stava peggio degli altri, ma tutto bene – ricorda – Io mi sono accorto solo dopo che avevo un po’ di sangue nella mano, ma niente di trascendentale. Ci siamo rasserenati e uniti in un punto di raccolta più sereno e ci siamo calmati. Noi siamo stati veramente fortunati e tante persone purtroppo no”.

La squadra era già pronta per iniziare una nuova giornata. L’esplosione è arrivata proprio mentre “stavamo preparando tutto ciò che serviva per la prossima attività. Per noi era una normale giornata di lavoro“, continua il caporalmaggiore. Dopo il boato i soccorsi sono arrivati rapidamente: “Sono stati quasi tempestivi, nonostante le strade non fossero al massimo della praticabilità – conclude – È stato bello vedere la colonna del contingente italiano di Unifil quando sono venuti a prenderci. Siamo arrivati in base verso l’alba, vedere l’alba è l’inizio di un nuovo giorno”.