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Patrick Zaki rimane in prigione: i giudici egiziani rinnovano la carcerazione di 45 giorni. Zingaretti: “Il governo si attivi con l’Ue”

A riferirlo è uno dei suoi legali, Hoda Nasrallah. Ieri il giovane studente egiziano dell'università di Bologna è apparso in aula dopo oltre quattro mesi dall'ultima volta, altro segnale considerato positivo dopo la possibilità di scrivere una lettera alla famiglia. Amnesty: "Pessima sorpresa". Fonti della Farnesina: "Massima attenzione sul caso e forte preoccupazione per la decisione"

I giudici del tribunale del Cairo raffreddano il lieve entusiasmo nato dopo la decisione di convocare una nuova udienza per esaminare il caso di Patrick Zaki dopo 15 giorni, e non 45 come previsto dall’ultima sentenza sul rinnovo della carcerazione. Ieri il giovane studente egiziano dell’università di Bologna è apparso in aula dopo oltre quattro mesi dall’ultima volta, segnale che era stato considerato positivo dalle organizzazioni in difesa dei diritti umani che seguono il suo caso. Ma oggi arriva l’ennesima delusione per la famiglia, gli avvocati e tutti coloro che seguono il suo caso: i giudici hanno deciso di prolungare la sua permanenza in carcere di altri 45 giorni, come riferito da una dei suoi legali, Hoda Nasrallah. In serata fonti della Farnesina hanno fatto sapere che il ministero “mantiene la massima attenzione sul caso” e “esprime forte preoccupazione per la decisione delle Autorità egiziane di prolungare la sua detenzione in carcere”.

Proprio l’avvocato precisa però che il periodo di un mese e mezzo di detenzione aggiuntiva non inizierà oggi, bensì sarà conteggiato dal 13 luglio scorso, quando i giudici avevano già ufficializzato il rinnovo: “45 giorni dalla fine dell’ultima proroga – ha specificato Nasrallah – Non si conosce la data della prossima udienza. È un gioco giuridico“. Un eventuale rinnovo dovrebbe quindi essere discusso a fine agosto e non a metà settembre, come inizialmente ipotizzato.

Ad annunciare il ritorno in aula dell’attivista egiziano, in carcere in attesa di un giusto processo dal 7 febbraio scorso con l’accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva su Facebook, era stato il profilo Twitter Patrick Libero, gestito dagli attivisti che seguono il suo caso: “Un buon passo in quanto finalmente i suoi avvocati hanno potuto vederlo, anche se molto brevemente”, avevano dichiarato, aggiungendo che i legali lo avevano trovato “in buona salute”.

Si trattava del secondo segnale interpretato positivamente dopo la concessione, da parte del regime del presidente Abdel Fattah al-Sisi, di inviare una lettera alla famiglia. Ma a queste aperture non è ancora seguito un cambio di rotta da parte dei giudici che hanno sempre continuato a rinnovare la carcerazione aumentando anche il periodo di tempo tra le varie udienze, da 15 a 45 giorni.

“Nuova visita forse dalla prossima settimana”
Secondo alcune fonti, il ragazzo potrebbe incontrare di nuovo la famiglia la prossima settimana, in occasione delle celebrazioni dell’Id al-Adha, la festa del sacrificio che inizia giovedì sera e finisce al tramonto di lunedì. L’ultima volta che Zaki ha potuto vedere i suoi genitori era il 9 marzo scorso, il giorno prima che venisse proibito l’ingresso dei parenti nelle carceri egiziane a causa del Covid. Ma adesso, con i contagi in Egitto che sono tornati sui livelli del 15 maggio, potrebbe arrivare anche una nuova concessione da parte del governo del Cairo: “La madre va tutti i sabati alla prigione per portagli alimenti e disinfettante ma non lo vede”, ha riferito la fonte aggiungendo che “i responsabili” del carcere di Tora “le hanno detto che le visite saranno autorizzate dopo la festa, ma non hanno precisato altro”.

Zingaretti: “Violazione dei diritti umani”. Migliore (Iv): “Violenza inaudita”
Dopo la decisione del tribunale anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è intervenuto su Twitter rivolgendosi al governo:”La decisione dell’Egitto di prolungare il carcere per #PatrickZaki di altri 45 giorni è una violazione dei diritti umani. Chiedo al Governo di attivarsi con l’Unione Europea per porre fine con ogni mezzo a questa detenzione illegale“. In serata fonti del ministero degli Esteri hanno fatto sapere che in questi mesi “l’Ambasciatore d’Italia in Egitto, in costante raccordo con la Farnesina, ha effettuato numerosissime azioni di sensibilizzazione presso le competenti istanze egiziane, sollecitando il rilascio di Patrick Zaki per motivi umanitari e di salute”.

Parla di “decisione incomprensibile e crudele della giustizia egiziana” il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che denuncia la “custodia cautelare in condizioni di detenzione inumane” per Zaki: “E tutto questo contro un ragazzo che non ha ha fatto assolutamente nulla, che non ha commesso alcun reato. L’Europa continuerà a chiedere ogni giorno libertà e giustizia con ancora maggiore convinzione e determinazione ostinata. Mai compromessi sui diritti umani!“.

Gennaro Migliore, membro di Italia Viva e capogruppo in commissione Esteri, ha dichiarato che “prolungare di 45 giorni l’infernale detenzione senza condanna per Patrick Zaki è un atto di inaudita violenza. L’Italia faccia sentire con fermezza la sua voce al governo egiziano”.

“Ieri era stata una sorpresa e oggi una pessima sorpresa. Nessuno aveva particolare ottimismo, però il fatto che fosse accaduta una cosa imprevista faceva sperare in un esito diverso”, ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Ieri il membro della ong aveva detto di “incrociare le dita” sperando in un buon esito, ma oggi “disincrociamo le dita, tiriamoci su le maniche e torniamo a fare quello che abbiamo fatto negli ultimi cinque mesi e mezzo”, ovvero premere “sulle autorità egiziane e naturalmente su quelle italiane perché Patrick sia rilasciato”, continuare “a mobilitare la rete dedicando a Patrick iniziative reali e virtuali”. “La cosa certa – sottolinea Noury – è che nonostante sia agosto e nonostante questi 45 giorni, Patrick non verrà dimenticato. Abbiamo una minuscola consolazione, che è vivo, integro e sta abbastanza bene”.