Società

Coronavirus, conviventi (senza figli) meglio degli sposati. Il lockdown ha fatto più male al matrimonio

Subito dopo la fine delle restrizioni, lo scorso maggio, si era registrato un boom di richieste di divorzio. Se per i fidanzati lasciarsi è più semplice, le cose si complicano per i coniugi anche se l'emergenza ha portato anche la possibilità di richiedere la separazione consensuale via mail

Il lockdown ha messo a dura prova le relazioni. La convivenza forzata, i figli a casa, il telelavoro o il lavoro fermo, hanno stressato le coppie. Tutte indistintamente, ma c’è chi di fronte all’impatto devastante delle restrizioni e delle nuove responsabilità ha resistito e reagito meglio. Secondo gli psicologi dell’associazione fiorentina Noi per Voi – come riporta Italia Oggi – i conviventi hanno dimostrato più coesione rispetto agli sposati.

Subito dopo la fine delle restrizioni, lo scorso maggio, si era registrato un boom di richieste di divorzio. Se per i fidanzati lasciarsi è più semplice, le cose si complicano per i coniugi anche se l’emergenza ha portato anche la possibilità di richiedere la separazione consensuale via mail. Per l’associazione di Firenze, però, nella maggior parte dei casi il rapporto tra conviventi ha tenuto meglio.

Per comporre questa indagine è bastato un questionario sottoposto a 522: 74% donne e 26% uomini, la maggior parte tra i 41 e i 50 anni. I conviventi senza figli hanno superato più brillantemente la clausura rispetto ai conviventi con figli. Ma non solo: a influire anche la lunghezza del rapporto. Chi ha un rapporto giovane – tra 12 mesi e i 5 anni o da più 25 anni – ha dimostrato una maggiore tenuta, meno forti le coppie insieme da più di 6 anni e meno di 25.