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Marco Bocci: “Ho scoperto di avere l’herpes al cervello dopo un tremendo incidente in macchina”

L'attore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera: "Quando sei in salute, o credi di esserlo, non ti rendi conto di quante cose dai per scontato e di quanto prendi solo il peggio della vita (...) A me è venuta una rabbia, una voglia di vita che prima dell’incubo non avevo"

“Era il primo maggio 1994. Avevo 15 anni, mi trovavo al circuito di Imola per assistere alla performance del mio idolo, Ayrton Senna. A un certo punto non si capisce più nulla e ben presto si percepisce la gravità della situazione, la gara viene interrotta. Arriva l’ambulanza, poi l’elicottero. Mi piomba addosso il silenzio di migliaia di persone. Assistere alla morte in diretta è un orrore”, racconta Marco Bocci in un’intervista al Corriere della Sera. E proprio l’attore, ventiquattro anni dopo e sempre il primo maggio, partecipa a una gara di Bmw in Umbria: “Sono io la vittima di un terribile incidente, sembra replicarsi la tragedia di Imola. Invece, proprio quell’incidente ha reso palese, ha slatentizzato la mia malattia, ne ha reso possibile l’accertamento e la diagnosi, herpes al cervello, che altrimenti avrebbe avuto un corso dall’esito irreversibile”.

Nel 2018 il silenzio e in qualche modo il mistero aveva accompagnato i suoi problemi di salute, era stato costretto a un ricovero all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Una febbre molto alta lo aveva portato ad assentarsi anche ad Amici di Maria De Filippi, dove partecipava come giudice. La notizia aveva allarmato i fan e Laura Chiatti, moglie e madre dei figli Enea e Pablo, aveva scritto un toccante messaggio: “Dai tutto te stesso per una persona che si merita più di quanto la vita possa averle dato, e allevia il suo dolore. Penso sia questo l’amore. Penso sia l’unica cosa che possa farci capire perché siamo qui”.

Ora quanto accaduto, due anni dopo, Bocci ha deciso di raccontarlo in un monologo teatrale: “Lo Zingaro“, in scena il 22 luglio al Teatro D’Annunzio a Pescara. “I primi giorni, appena risvegliato dall’intervento, non ero cosciente, né consapevole e tutto ciò che avveniva era vago, me lo hanno raccontato. L’assurdità è che avevo la sensazione che mi raccontassero un film di cui ero protagonista, ma non avevo coscienza di averlo mai girato. Ero uno spettatore che assisteva a un storia di cui ero il personaggio principale. Poi pian piano ho ripreso coscienza con una voglia pazza di sfogarmi. E proprio in ospedale ho iniziato, con grande forza di volontà, la preparazione del mio primo film da regista, ‘A Tor Bella Monaca non piove mai’, uscito in seguito. E poi, sempre convalescente in ospedale, ho iniziato a lavorare allo spettacolo teatrale. La vicenda dello Zingaro spiega come a volte accadano fatti inspiegabili, cui non sai dare risposte, per esempio la casualità delle date: primo maggio Senna, primo maggio io… È tutto molto strano“, racconta l’ex volto di Squadra Antimafia.

Dal giorno dell’incidente Bocci non ha più corso: “Però mi capita spesso di sognarlo, senza però la volontà, né l’incoscienza per farlo: per partecipare a quelle gare, occorre essere un po’ folli. Oltretutto io ho due figli ed Enzo Ferrari diceva che i piloti, quando diventano padri, perdono in gara un secondo per ogni figlio. Insomma, la responsabilità paterna fa perdere l’incoscienza e prevale l’importanza degli affetti. Se senti odore di pericolo, gli stai lontano. Laura (Chiatti, sua moglie, ndr) è contenta, anche se mi ha sempre stimolato a non rinunciare alle mie passioni, al mio lavoro e infatti ho appena finito di girare un nuovo film, “Bastardi a mano armata”, un thriller diretto da Gabriele Albanesi. Però è molto più contenta se non corro. Quando sei in salute, o credi di esserlo, non ti rendi conto di quante cose dai per scontato e di quanto prendi solo il peggio della vita (…) A me è venuta una rabbia, una voglia di vita che prima dell’incubo non avevo”, ha concluso l’attore.