Cronaca

Bari, trovato neonato nella culla termica di una chiesa. Accanto a lui un biglietto dei genitori

Il parroco ha allertato il 118 e l'ospedale. Subito visitato, il bambino appare in ottime condizioni di salute. Il primario: "Come se oggi rinascesse una seconda volta"

Un neonato è stato trovato questa mattina nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista, a Bari. Il sistema, installato proprio per permettere di lasciare un bambino in condizioni di sicurezza, ha avvertito il parroco, don Antonio Ruccia. Accanto al piccolo un biglietto con la data di nascita – 10 luglio 2020 – l’indicazione del nome “Luigi” e un messaggio dei genitori biologici: “Mamma e papà ti ameranno per sempre”.

Il sacerdote ha ricevuto la chiamata intorno alle 8:15. “Ero emozionato perché sapevo cosa significava”. A quel punto ha allertato il 118 e il reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari. Subito visitato, il bambino appare in ottima salute. Don Antonio ha anche inoltrato la segnalazione ai carabinieri e al Tribunale per i minorenni: il parroco è stato ascoltato in caserma, dove ha raccontato quel che è successo questa mattina, e adesso si aprirà la procedura per l’affidamento. Per il momento, verrà nominato un tutore legale tra il personale del reparto di Terapia intensiva neonatale fino a quando non verrà scelta una famiglia affidataria.

“Non parlerei di abbandono – dice il professore Nicola Laforgia, primario del reparto – è stato un atto di amore quello dei genitori che hanno lasciato il proprio figlio in un posto dove erano sicuri che sarebbe stato accolto e curato”. La culla termica è stata installata nel 2015 per offrire un’alternativa sicura a chi non desidera tenere un bambino, ma fino ad oggi non era mai stata usata. “Il piccolo sta benissimo – prosegue Laforgia – è stato visitato e non abbiamo rilevato alcuna problematica. Voglio vederci un segnale di speranza. La culla si è riempita in un momento particolare per tutti noi, per quello che abbiamo vissuto durante la fase acuta della pandemia. I genitori hanno portato il piccolo in un luogo sicuro, gli hanno dato una possibilità: è come se oggi rinascesse una seconda volta. Non voglio nemmeno immaginare quanto sia stata sofferta e dolorosa la loro scelta”.