Giustizia & Impunità

Banca Etruria, la procura di Arezzo risponde alle accuse di Matteo Salvini: “Nessun ritardo nelle indagini”

Il leader leghista, arrivato nella città toscana per sostenere la candidatura del sindaco uscente Ghinelli, aveva attaccato i magistrati su presunte inerzie nell'inchiesta sul crac dell'istituto di credito aretino. Oggi il procuratore Bocciolini risponde con una nota che riepiloga, punto per punto, le attività dei suoi colleghi e le tempistiche dei vari procedimenti giudiziari

Non è piaciuta alla procura di Arezzo l’accusa di Matteo Salvini lanciata ieri sera durante la sua visita in città per sostenere la ricandidatura del sindaco uscente Alessandro Ghinelli. “La magistratura dormiva quando qua ad Arezzo spolpavano gli aretini”, aveva dichiarato il leader leghista a proposito del crac di Banca Etruria. Oggi è arrivata la replica dei magistrati, secondo i quali non c’è stato alcun ritardo nelle indagini.

“La dichiarazione di insolvenza della Banca Etruria (dichiarazione che, come è noto, è necessaria per ipotizzare reati di bancarotta) viene pronunciata dal tribunale di Arezzo l’11 febbraio 2016“, scrive il procuratore aretino Luigi Bocciolini in una nota. “Il primo fascicolo a carico degli amministratori e sindaci dell’istituto di credito viene iscritto in data 25 febbraio 2016. La prima richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 21 imputati per reati di bancarotta è del 26 giugno 2017; una seconda richiesta” per altri 25 imputati “è depositata il 27 luglio 2017”, si legge sempre nel comunicato. E ancora: “Il giudice di Arezzo pronuncia sentenza di condanna a carico di amministratori della Banca Etruria per reati di bancarotta in data 30 luglio 2019″, mentre altri processi per gli imputati non coinvolti nei procedimenti precedenti sono tuttora “in corso”. Quello della procura in pratica è un lungo elenco di date stilato per sgombrare i dubbi sul suo operato, all’epoca guidato dal procuratore capo Roberto Rossi.

Non un nome qualunque, in realtà. Il Csm non lo ha confermato al vertice della procura perché mantenne un incarico di governo anche dopo l’avvio delle indagini sulla banca (nell’ambito delle quali avrebbe potuto indagare sul padre dell’allora ministro Maria Elena Boschi). Ma sempre Rossi è titolare dell’inchiesta Coingas che vede indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento il primo cittadino Ghinelli. Cioè il candidato di punta dell’ex ministro dell’Interno alla prossima tornata elettorale.

Salvini era giunto nella città toscana proprio per sgombrare le ombre sul suo uomo: “Le incursioni di una magistratura che ad Arezzo non si è accorta di chi spolpava le banche negli anni passati non devono incidere sulle scelte di una città. Sono qua per rinnovare la fiducia in una squadra che ha ben lavorato”, aveva dichiarato il leader del Carroccio. “Se ad Arezzo l’unico argomento in mano alla sinistra è la magistratura credo che sia stato scelto l’uomo sbagliato e il momento sbagliato”.