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Sondaggi, il Pd dietro alla Lega di 5 punti. Orlando: “Senza scissioni saremmo come loro”. Gori, Calenda e Orfini replicano

Il vicesegretario twitta una rivelazione di Bidimedia, che vede il Pd al 21,4% dopo la Lega al 26,6 e prima del M5s al 15. Il post diventa subito un vero e proprio thread con esponenti delle varie anime dem - o ex dem - che rispondono, polemizzando con l'ex guardasigilli. Zingaretti: "Andrea ha ragione, qualcuno aveva altri obiettivi e continua a picconare dal salotto di casa con i tweet, ma hanno fallito"

Nel Pd ferve il dibattito interno. Pure su twitter dove un post di Andrea Orlando diventa un vero e proprio thread con esponenti delle varie anime dem – o ex dem – che rispondono al vicesegretario. Il contenuto del tweet di Orlando che ha innescato una vera e propria polemica? Un post in cui cita un sondaggio di Bidimedia, che vede il Pd al 21,4% dopo la Lega al 26,6, prima del M5s al 15. Fratelli d’Italia è al 14,1% con Forza Italia al 5,9. Ma sono i cinque punti di distanza dal Carroccio a colpire l’attenzione di Orlando. “Questo è un sondaggio di oggi. Da questi numeri emerge in modo evidente che senza 3 (dicasi tre) scissioni il Pd sarebbe pari alla Lega. Ai volenterosi dirigenti del Pd che sollevano obiezioni sulla leadership del partito, consiglierei di orientare meglio i loro strali”, scrive il vice di Nicola Zingaretti. A vedere il sondaggio, tra l’altro, senza le scissioni il Pd sarebbe – in teoria – pure sopra la Lega, visto che insieme Italia viva di Matteo Renzi (3,5%), Azione di Carlo Calenda (2,6%) e Leu (2,6%) sono dati all’8,7%: sono i tre partiti nati dopo le tre scissioni citate da Orlando.

Ma Orlando cita anche I “volenterosi dirigenti del Pd” che “sollevano obiezioni sulla leadership del partito”. Il primo a rispondere all’ex guardasigilli è proprio Giorgio Gori, ex renziano che nelle scorse settimane aveva criticato la gestione del partito di Zingaretti. “Pensa il Psi se nel ’21 non avesse subìto la scissione di Livorno a quest’ora dove stava”, scrive – non senza ironia – il sindaco di Bergamo riferendosi alla nascita del Partito comunista italiano da una costola dei socialisti. Orlando – ex Pci ed ex Ds – controreplica: “Allora w le scissioni!!”. Si sente tirato personalmente in causa dal tweet di Orlando, invece, Calenda, che dal Pd è uscito dopo aver incassato l’elezione all’Europarlamento. “Non ho fatto scissioni. Me ne sono andato da solo perché ritenevo l’alleanza con i 5S mortale per i riformisti. Era la posizione unanime del @pdnetwork . Votata negli organi e confermata nella prima relazione @nzingaretti . Vi siete scissi voi dalle vs promesse e dai vs valori“, scrive il leader di Azione. Critica Orlando anche uno che nel Pd è rimasto, seppur all’opposizione di Zingaretti come Matteo Orfini: “Peccato però che per rincorrere Salvini chiudiamo i porti e sequestriamo le persone in mare esattamente come lui”, scrive l’ex presidente del partito, riferendosi alla gestione dei migranti.

Insomma quella che si consuma su twitter di domenica mattina è una vera e propria polemica. Alla fine della quale interviene direttamente Zingaretti: “Grazie ad Andrea Orlando che ha detto la verità . E anche se c’è chi si diverte a criticare solo noi e non la destra, noi non arretriamo. Andiamo avanti insieme a elettori, militanti, amministratori e dirigenti grazie ai quali il Pd è più forte, un partito pluralista unito, unitario, casa dei riformisti italiani. Insostituibile pilastro di qualsiasi ipotesi alternativa alle destre. Qualcuno aveva altri obiettivi e continua a picconare dal salotto di casa con i tweet, ma hanno fallito e continueremo a combattere con la nostra gente non per ‘parlarè di cambiamento ma per realizzarlo. Ora lavoro e scuola. Prima l’Italia e prima le persone”, scrive il numero uno del Nazareno. A chi si riferisce? Chi è che per Zingaretti piccona dal salotto di casa? Forse Gori? Ed è invece Calenda il destinatario del post scriptum del segretario? “P.s. Andrea ha ragione anche su un altro punto: solo il delirio di alcuni può esaltare la degenerazione delle divisioni, litigi e scissioni patologia, della nostra storia. Uniti si vince”.