Cronaca

Toscana, tre focolai familiari tra Arezzo e Firenze: 18 contagi da coronavirus. Rossi firma ordinanza: “Positivi in alberghi sanitari”

Si tratta di persone provenienti da Paesi extra Schengen che hanno quindi l'obbligo della quarantena, e nella maggior parte dei casi sono contagi dovuti al sovraffollamento familiare. Determinante la gestione dell'isolamento

Tre cluster familiari in meno di 2 settimane. In totale 18 nuovi contagi da coronavirus, cioè il 40% dei nuovi casi registrati nella Regione. È la nuova allerta in Toscana che preoccupa il presidente Enrico Rossi. Tanto che il governatore è corso ai ripari emanando una nuova ordinanza, intitolata “Ulteriori misure di contenimento del contagio in ambito familiare e abitativo”. I tre nuovi piccoli focolai, dei quali due in provincia di Arezzo, uno a Cortona di 5 persone, uno a Pian di Scò di 4 persone, e uno in provincia di Firenze, a Impruneta, di 9 persone, sono scoppiati in famiglie di persone provenienti da Paesi extra Schengen che hanno quindi l’obbligo della quarantena, e nella maggior parte dei casi sono contagi dovuti al sovraffollamento familiare. Per questo la gestione dell’isolamento è determinante.

E proprio a questo, e cioè alla corretta gestione dei casi, punta l’ordinanza emanata da Rossi che ha dato mandato ai sindaci di adottare ulteriori provvedimenti per trasferire i positivi negli alberghi sanitari. Fino ad oggi il trasferimento era possibile solo su base volontaria. Di fatto, quindi, il primo cittadino può ricorrere a ordinanze “contigibili e urgenti a tutela della salute pubblica in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, In caso di inosservanza le sanzioni vanno da 500 a 5000 euro.

Prevista anche l’attivazione di controlli a tappeto tra i contatti delle persone colpite, isolando e allontanando da casa tutti coloro che risulteranno positivi. All’interno delle comunità, inoltre, l’ordinanza della Regione prevede anche un aumento dei test molecolari e sierologici. “Si tratta di persone – si spiega in una nota della Regione – per cui, anche a causa delle difficoltà linguistiche, è difficile essere informate sull’andamento epidemiologico generale. Si invitano quindi i Comuni ad attivare iniziative di comunicazione, nelle lingue parlate dalle principali comunità presenti in Toscana, con le principali precauzioni da prendere per evitare il contagio”.