Diritti

Disabili, le promesse della politica tornano come i tormentoni. Vediamo se Conte avrà buon senso

Come i tormentoni delle canzonette estive la politica italiana ritorna a parlare dei disabili.

L’ultimo in ordine di apparizione è stato addirittura il presidente Giuseppe Conte che ha ripreso, a margine degli Stati Generali, un tema sensibile come quello delle pensioni di invalidità. Non è il primo: nella campagna elettorale delle ultime Politiche, la Lega ed i 5 stelle avevano sussurrato qualcosa sull’argomento salvo poi dimenticarlo subito dopo.

A onor del vero anche nel Pd autorevoli esponenti politici ciclicamente ripropongono, con “realistica” timidezza, il tema che evidentemente ha un suo fondamento.

Può un disabile cognitivo non autosufficiente al 100% sopravvivere con quasi 290 euro al mese più 512 euro di indennità di accompagnamento? Evidentemente no. Lo sanno tutti a Montecitorio e dintorni e nelle segreterie dei partiti politici. Ma è un tabù ancora inviolabile per la politica.

Dopo la pandemia da Covid e con i fiumi di miliardi che l’Europa sta predisponendo attraverso i vari strumenti scelti (Recovery fund, Mes, Eurobond) forse a qualcuno sarà balenato il sospetto che risorse immediatamente spendibili come quelle di una pensione di invalidità aumentata potrebbero rappresentare anche un volano economico.

E’ chiaro come il sole che incrementi delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento si tradurrebbero in un costo per lo Stato che spingerebbe verso una spesa utile. Queste risorse non verrebbero risparmiate dai beneficiari o, in maniera parassitaria e delinquenziale, esportate di nascosto verso paesi stranieri, ma sarebbero utilizzate dai disabili per garantirsi una qualità di vita migliore.

Per realizzare un intervento simile occorrerebbe una solidarietà nazionale estranea alla politica italiana degli ultimi 40 anni. Il presidente Conte è animato da buon senso, da sensibilità umana o da uno spiccato senso di opportunismo?

Un precedente concreto esiste già: basta fare riferimento alle indennità previdenziali riservati ai ciechi che sono già pari a 921 euro mensili in aggiunta ovviamente ai 310 della invalidità.

Sembra piuttosto facile: adeguare al trattamento dei ciechi quello dei disabili cognitivi di tutto il Paese. Governo 5 stelle-Pd se ci sei batti un colpo. O taci per favore.

*** Aggiornamento delle 16.00 ***

Come purtroppo accade spesso in Italia la magistratura interviene a correggere leggi e comportamenti della politica. E’ già avvenuto in passato per la scuola dell’inclusione con gli alunni disabili (sentenza n. 80 del febbraio 2010), oggi la Corte è costretta nuovamente e affermare l’inviolabilità della nostra Costituzione nella difesa dei diritti dei disabili. Sembra proprio che la politica non riesca mai ad affermare le sue prerogative di indirizzo ma sia costretta a rincorrere il mondo.