Scienza

Il teletrasporto quantico si può fare davvero (ma non sarà come in Star Trek)

Secondo quanto riporta uno studio dei dipartimenti di fisica e astronomia dell’Università di Purdue nell’Indiana e di Rochester nello stato di New York, sono stati esplorati nuovi modi per creare interazioni tra particelle distanti

Il teletrasporto quantico potrebbe essere ad un punto di svolta. Secondo quanto riporta lo studio dei dipartimenti di fisica e astronomia dell’Università di Purdue nell’Indiana e di Rochester nello stato di New York, sono stati esplorati nuovi modi per creare interazioni tra elettroni distanti. Parliamo – come si legge su Nature – quindi di trasmissioni di informazione e non di materia vivente, insomma, niente a che vedere con le fantasiose interpretazioni che ci hanno consegnato i film di fantascienza, uno su tutti Star Trek. Ma rimane una metodologia che potrebbe rivoluzionare tecnologia e medicina in generale fornendo processori e sensori più rapidi ed efficienti, come spiega John Nichol: “Il nostro lavoro esplora nuovi modi per creare interazioni tra elettroni distanti”.

Metodologia che ha alla base un fenomeno quantistico chiamato entanglement, altrimenti tradotto interazione a distanza tra due particelle nonostante la mancata interazione tra loro. Andrew Jordan, docente di Fisica all’Università di Rochester ha spiegato che “le proprietà di ogni particella influenzano e dipendono dalle proprietà di altre particelle, anche se le interazioni avvengono a grandi distanze”, quindi “il teletrasporto quantico coinvolge due particelle distanti intrecciate, in cui lo stato di una terza particella teletrasporta istantaneamente il suo stato verso le due particelle intrecciate”.

Questo processo sfrutta le proprietà dei qubit, i bit quantici dei computer quantistici. “Il nostro studio dimostra il teletrasporto quantistico usando fotoni elettromagnetici per creare coppie di qubit intrecciate da remoto”, proseguono i ricercatori ricordando che questa tecnica si rifà ai principi dell’accoppiamento di scambio di Heisenberg. “I nostri risultati aprono la strada a future ricerche sul teletrasporto quantico che coinvolgono stati di spin di tutta la materia, non solo i fotoni, e forniscono ulteriori prove delle capacità sorprendentemente utili dei singoli elettroni nei qubit”.

L’abstract su Nature