Lavoro & Precari

Coronavirus, Tridico: “Dall’Inps 15 miliardi tra bonus e cassa integrazione. Domande sospese sono 25mila”

Il presidente dell'ente di previdenza difende l'istituto: "Ci sono posizioni che stiamo valutando, perché sono anche difficili, sono errate, sono da valutare. Poi ci sono 134.000 persone che hanno mandato le domande a giugno, ma il mese è ancora in corso"

“Fino a oggi sono 11 milioni le persone pagate, tra bonus e casse integrazione, per 15 miliardi di euro”. Così il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, davanti alle telecamere di Mezz’ora in più mette il dito nella piaga degli ammortizzatori sociali. “Il governo ha deciso di coprire tutti quelli regolari”, sostiene aggiungendo che è stato scoperto che “conviene ai cittadini essere presenti negli archivi dell’Inps, e conosciuti dal fisco”, ha detto precisando che i controlli sono un passaggio imprescindibile: “Per quanto l’Istituto paga velocemente, ogni prestazione ha la firma di dirigente e porterebbe a danno erariale se non dovuto”.

Al 31 maggio, erano 25mila le persone che invece non hanno ricevuto la cassa integrazione. “Sono posizioni che noi stiamo valutando, perché sono anche difficili, sono errate, sono da valutare”, è la giustificazione. Mentre ci sono 134.000 persone che hanno mandato le domande a giugno (“ma il mese è ancora in corso”).

Quanto agli anticipi dei datori di lavoro, “la cassa integrazione è stata pagata in gran parte dall’Inps, 5,3 milioni di prestazioni”, mentre altri “4,7 milioni di prestazioni sono state anticipate, non pagate”, dalle imprese. “Paga sempre l’Inps, non pagano le aziende”, sottolinea Tridico sostenendo che “le aziende possono anticipare” la cassa integrazione, “è la regola sempre molto rispettata in passato, non è una novità”.

“In tutto questo l’Inps ha pagato oltre 4 milioni di bonus tra marzo e aprile, oltre 500mila tra congedi e assegni parentali straordinari, sta pagando il reddito di emergenza, sta raccogliendo domande per oltre 200mila domestici, per lavoratori dello spettacolo, abbiamo un mercato del lavoro molto frammentato e il governo ha deciso di coprire tutti”.