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Antonio Ricci contro Achille Lauro: “Raccontava di essere cresciuto nella miseria ma andava in vacanza a Cortina col padre magistrato. E’ solo marketing”

Il patron di Striscia la Notizia ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha parlato anche del cantante di Me ne frego...

Le scaramucce tra Striscia la Notizia e Achille Lauro sono cominciate durante Sanremo 2019 quando Valerio Staffelli consegnò al cantante un tapiro d’oro. Perché? La sua canzone “Rolls Royce” avrebbe fatto riferimento a una droga. La consegna non andò benissimo con il cantante abbastanza infuriato che se ne andò. Ora Antonio Ricci, dopo la performance sanremese 2020 con Me ne Frego è tornato a parlare del cantante durante un’intervista con Il Corriere della Sera: “Non lo trovo sincero. Penso sia un ottimo prodotto di marketing, un perfetto indossatore per Gucci. Per fare il trapper raccontava nelle interviste di essere cresciuto nella miseria, tra droga e carcere. Appena arrivato al festival di Sanremo, per allargare il suo pubblico, ha spacciato la sua canzone sulla droga Rolls Royce come se fosse la rilettura della Balilla di Giorgio Gaber. Abbiamo avuto cantanti e poeti che hanno apertamente scritto opere sull’argomento droga, sinceramente e senza problemi. Lui, appena annusato l’odore del quattrino, si è genuflesso a Gigi Marzullo. Un vero “maledetto” doc. È riuscito a sostenere che il suo album “Dio c’è” sia una riflessione religiosa, quando invece è l’acronimo di DrogaInOfferta CostiEconomici. Ha ricevuto pure il plauso dell’Avvenire. Quest’anno è venuto fuori che suo padre è un magistrato di Cassazione e che andavano in vacanza a Cortina. Non vorrei offendere, ma, secondo me, è assolutamente etero, fa finta di essere trisessuale, solo per essere più trendy”. Insomma, il patron di Striscia non le ha mandate certo a dire.