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Pernigotti, l’azienda è salva: Novi Ligure non chiuderà e nello storico stabilimento arrivano la produzione di creme e tavolette di cioccolato

Il nuovo piano industriale presentato al ministero dello Sviluppo Economico prevede l'apertura di due nuove linee di produzione nell'impianto piemontese. Zero esuberi fino al 2024, da agosto cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione

Gli operai di Pernigotti vincono la loro battaglia: i turchi di Toksoz non chiuderanno lo stabilimento di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, come avevano annunciato un anno e mezzo fa. Anzi, il nuovo piano industriale presentato al ministero dello Sviluppo Economico prevede l’apertura di due nuove linee di produzione nello storico impianto piemontese di gianduiotti con alle spalle 160 anni di storia.

Accanto a torrone e cioccolatini, lo stabilimento si occuperà anche di tavolette di cioccolato e creme spalmabili, ad oggi prodotte in Turchia. “È il massimo che si poteva ottenere”, esulta Piero Frescucci, rsu Uila-Uil. Ad agosto partirà la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione per 50 dipendenti a Milano e 59 a Novi Ligure. Tra il 2020 e il 2024 – sempre secondo il piano presentato dall’azienda – non ci saranno esuberi.

La proprietà turca ha individuato due partner per il rilancio del comparto italiano. Si tratta della Spes cioccolato di Torino e del gruppo Optima di Rimini. La cooperativa Spes aveva già firmato mesi fa un preliminare con i turchi, ma era poi seguita una frenata. Optima, invece, già dallo scorso settembre ha investito nel settore gelati acquisendo il ramo d’azienda.