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Safiria Leccese, che fine ha fatto l’ex volto dei tg di Mediaset? L’ultima apparizione in tv a Ciao Darwin, ecco cosa fa ora

Durante il lockdown e nelle ultime settimane il suo secondo libro, La ricchezza del bene – Storie di imprenditori tra anima e business (Edizioni Terra Santa) ha avuto un notevole successo di vendite ed oramai la sua presenza in tv si talmente dilatata fino a scomparire

Addio “miracoli”, è l’ora della vendita materiale di libri. La parabola professionale di Safiria Leccese, ex mezzobusto del Tg di Studio Aperto, è oramai sotto gli occhi di tutti. Durante il lockdown e nelle ultime settimane il suo secondo libro, La ricchezza del bene – Storie di imprenditori tra anima e business (Edizioni Terra Santa) ha avuto un notevole successo di vendite ed oramai la sua presenza in tv si talmente dilatata fino a scomparire. Le ultime “apparizioni” della 50enne Leccese risalgono oramai al 2016 quando con il suo La strada dei miracoli fece il pieno di spettatore devoti, cattolici e non, su Rete4 e una ospitata da Paolo Bonolis a Ciao Darwin 7.

Una statuina della Madonna sempre in primo piano e sempre al suo fianco, servizi continui su Medjugorje, la presenza dicotomica di Paolo Brosio e Alessandro Cecchi Paone, ma soprattutto il primo piano modello Uccelli di rovo dell’avvenente don Davide Banzato, La Strada dei Miracoli è stato uno dei primi programmi in prime time di fede e spirituali oltre TVsat2000 o i più scontati spazi della domenica mattina su Rai1. Da quell’esperienza Leccese ne trasse un volumetto intitolato come il programma edito da Piemme, doppiato appunto quattro anni dopo nel 2020 con La ricchezza del bene.

“Storie di carne, esempi di un’imprenditoria che fa profitti importanti, mai realizzati calpestando le persone ma, anzi, valorizzandole”, ha spiegato la Leccese parlando del suo libro. “Per entrare in ogni storia sono andata sul posto, ho visitato le sedi centrali, ho trascorso del tempo con i fondatori, gli imprenditori, gli amministratori delegati, i collaboratori e i dipendenti; mi sono fatta raccontare dalla viva voce dei protagonisti come sono nate queste realtà e le iniziative di solidarietà e sostenibilità che hanno realizzato in Italia e nel mondo”.

E conclude: “Mi riesce difficile chiamarle “aziende”, perché per quanto grandi, alcune leader a livello mondiale, per me hanno acquisito un nome e un volto, che ha dietro altri volti: genitori, mogli rimaste apparentemente dietro le quinte ma determinanti, collaboratori preziosi nel momento del bisogno. Non sono aziende, sono vite impastate in un’avventura imprenditoriale che dal nulla ha preso il via grazie a un’intuizione, seguita da una passione, messa a frutto da un talento”.