Calcio

Europeo 1980, le notti tristi dieci anni prima di quelle magiche: calcioscomesse, stadi italiani vuoti e un quarto posto da dimenticare

L'11 giugno di 40 anni fa il fischio d'inizio del torneo continentale organizzato in Italia: la Germania Ovest, poi vincitrice, sconfisse 1-0 la Cecoslovacchia. In tribuna all'Olimpico appena 11mila spettatori. Lo scandalo del totonero, che coinvolse anche gli azzurri Paolo Rossi e Bruno Giordano, aveva già spento gli entusiasmi

È l’Italia ad organizzare l’Europeo 1980 e per la prima volta le partecipanti sono otto anziché le canoniche quattro. Si gioca negli stadi di Milano, Torino, Roma e Napoli. È un torneo strano per la nazionale azzurra. Il mondo del calcio italiano due mesi e mezzo prima era stato sconvolto dallo scandalo del calcioscommesse. Domenica 23 marzo 1980 la magistratura aveva disposto una serie di arresti sui campi di serie A e serie B. Nel Totonero erano coinvolti anche calciatori in orbita azzurra. Il 16 maggio il ct Enzo Bearzot inserisce tra i 40 preconvocati Paolo Rossi, già titolare ai mondiali in Argentina due anni prima, e Bruno Giordano. Entrambi i calciatori il giorno dopo riceveranno da parte di Corrado De Biase, capo dell’ufficio inchieste della Federcalcio, un’accusa pesantissima: radiazione per illecito sportivo. Tutti e due sarebbero ritornati a giocare, ma intanto l’Europeo in casa era perso. Tra i convocati rimasero comunque attaccanti di grande valore come Altobelli, Bettega, Causio, Graziani e Pruzzo.

Il regolamento del torneo prevedeva due gironi da quattro squadre: le prime due classificate si sarebbero giocate il trofeo in finale, le seconde il terzo posto. La partita inaugurale si disputò l’11 giugno 1980, esattamente quarant’anni fa. La Germania Ovest sconfisse la Cecoslovacchia 1-0 con un gol di Rummenigge. All’Olimpico di Roma solo 11mila spettatori, malgrado la sfida fosse la rivincita della finale di 4 anni prima vinta allora dalla squadra di Panenka.

I tedeschi arrivarono primi nel loro girone grazie anche ad uno splendido Berndt Schuster, giovanissimo centrocampista pieno di talento. Nella finale di Roma trovarono sorprendentemente il Belgio, la cui Federazione non aveva neppure pensato di prenotare per tempo l’albergo per quei giorni. Nell’ultima partita del girone i belgi di Pfaff, Gerets e Ceulemans avevano strappato uno 0-0 all’Italia, alla quale sarebbe servita una vittoria per conquistarsi la finale. Fu una partita noiosa, con gli azzurri ormai stanchi. Erano stati mesi terribili per tutto calcio italiano. Gli appassionati non vissero quella competizione, che l’Italia aveva già organizzato nel 1968, con grande interesse. Gli stadi rimasero spesso vuoti. Niente a che vedere con l’entusiasmo della gente per il mondiale organizzato dal nostro Paese dieci anni dopo.

La Germania Ovest vinse 2-1 (doppietta di Horst Hrubest), laureandosi campione d’Europa. Nella finalina per il terzo posto l’Italia e Cecoslovacchia finirono ai rigori (1-1 dopo i supplementari, gol di Jurkemink e Ciccio Graziani). Dopo 8 rigori realizzati per parte, Fulvio Collovati si fece parare il suo tiro. L’Italia di Bearzot è quarta in un Europeo più che da dimenticare, già dimenticato.