Giustizia & Impunità

Rovigo, scosse a morte il figlio di 9 mesi: madre condannata a 12 anni di carcere

La vicenda risale al gennaio 2016. Dalle tracce di precedenti lesioni ritrovate sul corpo del piccolo i giudici sono arrivati alla conclusione che si è trattato di una 'shaken baby syndrome', ovvero lo scuotimento di un neonato troppo piccolo perché i muscoli del collo riescano a reggere

Ha ucciso il figlio di 9 mesi scuotendolo così forte che i muscoli del collo del piccolo non hanno retto. La Corte d’Assise del tribunale di Rovigo, presieduta dal giudice Angelo Risi, ha condannato a 12 anni di reclusione, Ana Plamadeala, 30 anni, moldava residente a Rovigo, per maltrattamenti nei confronti del figlio Daniel: la sentenza è aggravata anche dal fatto che, secondo le perizie medico legali, il neonato è morto proprio a seguito delle violenze subite.

La vicenda risale al gennaio 2016 e Daniel al tempo aveva nove mesi. Una sera la madre ha chiamato disperata il 118, segnalando che il neonato aggrappandosi a una sedia era caduto venendo poi colpito anche da questa, secondo la ricostruzione fatta da La Voce di Rovigo. Il piccolo è stato subito ricoverato nell’ospedale della città e poi trasportato in elicottero all’ospedale di Padova dove però è morto il 5 febbraio.

La tesi della madre è stata quasi subito messa da parte, dopo che sono stati ritrovati dei segni di precedenti lesioni sul corpicino del bambino. Infatti, secondo il medico legale a provocare la morte del bimbo è stata una shaken baby syndrome, ovvero lo scuotimento di un neonato troppo piccolo perché i muscoli del collo riescano a reggere. Ana Plamadeala e il marito vivono ancora a Rovigo e ora hanno una bambina di 2 anni.