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Gerry Scotti: “Ho rischiato di rimanere bloccato in Polonia per il coronavirus. D’improvviso avere 60 anni significava essere più a rischio”

È stato lui stesso a rivelarlo in un'intervista al Corriere della Sera in cui ha raccontato come ha trascorso questi mesi di emergenza andando sempre in onda con Striscia la Notizia

Gerry Scotti ha rischiato di rimanere bloccato in Polonia a causa dell’emergenza coronavirus. È stato lui stesso a rivelarlo in un’intervista al Corriere della Sera in cui ha raccontato come ha trascorso questi mesi di emergenza andando sempre in onda con Striscia la Notizia. “Sono riuscito a registrare anche Chi vuol essere milionario in Polonia, rientrando due giorni prima della chiusura… chissà come sarebbe stato fare la quarantena lì“, ha confidato il conduttore tornando con la memoria a quei giorni di marzo quando l’epidemia iniziava a far sentire la sua portata distruttiva.

“Quando la Lombardia ha chiuso, io per un momento, mi sono detto: cosa faccio“, ha detto Gerry spiegando che allora “mi sono consigliato con la mia famiglia. Ci eravamo resi conto, di colpo, che il pericolo era vero e ancora sconosciuto. Così ho parlato con la mia compagna, con suo figlio che vive con noi, con mio figlio. Il mio editore è stato molto carino. Piersilvio mi ha detto: ‘Se non te la senti, non farlo: il contratto è una cosa, il nostro rapporto un’altra‘. Ho sentito anche Michelle (Hunziker, ndr.), che ha delle bimbe piccole. Quindi ho deciso”.

E così lui e Michelle sono tornati dietro il bancone di Striscia la Notizia: “Guanti, mascherine e misurazione della febbre sono diventati automatismi. È meno facile vedere gli autori a cinque metri uno dall’altro, sarte e tecnici sparpagliati sugli spalti dello studio vuoti… perfino Antonio (Ricci, ndr.) ha rinunciato a stare in regia e si è messo lì, per farci sentire non abbandonati. I capannoni Mediaset di solito pieni di gente e ora sigillati fanno impressione”. Neanche lui però è stato immune dalla paura: “D’improvviso avere 60 anni significava, come ha detto anche Fiorello, essere più a rischio. Antonio però mi ripeteva: ‘Non ti preoccupare, siamo più cattivi del virus’”.

Adesso, ha detto Gerry Scotti, “anche noi addetti ai lavori della tv dovremmo organizzarci: dietro ogni volto famoso girano un centinaio di persone. Gente che ora è a casa da mesi. Ho degli amici in tv, Carlo Conti, Amadeus, Fiorello, Maria De Filippi. Ci scambiamo spesso pareri ma non abbiamo mai pensato di trovarci e fare qualcosa. La tv deve ripartire da noi. Quindi lancio l’appello: troviamoci prima dell’estate e pensiamo a qualcosa. Anche il mondo della radio si sta organizzando, unendo gli editori. La tv, spesso data per morta, è vivissima: tocca a noi aiutarla”, ha concluso il conduttore.