Diritti

Coronavirus, 70 milioni di rifugiati a rischio sanitario ed economico. Grandi (Unhcr): “C’è bisogno di solidarietà, è il momento di agire”

La pandemia di Sars-Cov-2 colpisce tutti ma le condizioni che devono affrontare più di 70 milioni di persone costrette alla fuga da guerre, carestie e crisi socio-economiche sono estreme. Per fornire un aiuto concreto ai rifugiati e agli sfollati nel mondo l’Unhcr ha lanciato un nuovo appello mirato dal titolo “Emergenza senza confini, solidarietà senza confini” per raccogliere 745 milioni di dollari. L’obiettivo dell’iniziativa internazionale è quello di contrastare la diffusione del Covid-19 nei 70 tra i paesi più vulnerabili del pianeta. “L’80% degli oltre 70 milioni di rifugiati e sfollati vive in paesi poveri, con strutture sanitarie deboli” afferma la portavoce dell’Unhcr per l’Italia, Carlotta Sami. “Alcuni fra questi paesi sono già colpiti duramente da conflitti, fame, povertà e malattie. Moltissime fra le persone costrette alla fuga vivono in aree urbane densamente popolate o campi, all’interno dei quali spesso non ci sono strutture sanitarie, condizioni igieniche e sistemi di protezione adeguati. Ma l’impatto catastrofico del Covid-19 non è solo sanitario, è anche economico – aggiunge – molte persone non hanno più nessun introito necessario per sopravvivere”.

Secondo le Nazioni Unite a questa situazione estrema si aggiunge la previsione che nei Paesi più poveri il picco non sarà raggiunto prima dei prossimi tre-sei mesi. La zona a più alto rischio è soprattutto quella del Sahel, “una regione fortemente instabile e poverissima, nella quale i gruppi armati continuano a compiere devastazioni, aggredendo allo stesso modo polizia e militari, civili, scuole, ambulatori, insegnanti e personale sanitario” dice l’Agenzia Onu per i rifugiati. “I sistemi sanitari in paesi quali il Niger o il Burkina Faso sono molto fragili e i nostri aiuti arriveranno soprattutto a loro ma non solo”. Ma a livello mondiale chi sono i soggetti che verranno maggiormente aiutati? Si tratta di donne, anziani e bambini, soprattutto i minori non accompagnati, e le persone LGBTI sono le più a rischio di povertà e sfruttamento. In Africa e in Medio Oriente, centinaia di migliaia di rifugiati non hanno più nessuna fonte di reddito per la loro sopravvivenza a causa del lockdown. In Libano, ad esempio, quasi il 70% dei rifugiati assistiti da UNHCR è costretto a saltare i pasti, essendo impossibilitati a svolgere i lavori cosiddetti a giornata per via del lockdown.

Ecco il video appello dell’Alto Commissario Filippo Grandi che tutti possono sostenere donando sul sito unhcr.it.