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Coronavirus, riaperture frontiere. La Germania e gli altri paesi a colloquio. Kurz: “Irresponsabile farlo con l’italia”

Secondo il cancelliere austriaco un’eventuale riapertura entro l’estate "dipenderà esclusivamente dall’andamento" dei dati epidemiologici. Dall'altra parte d'Europa la Francia invoca "più coordinamento" Ue

Con l’allentamento delle misure restrittive e con l’avvicinarsi della stagione delle vacanze sono ripresi i colloqui tra paesi per valutare le riaperture delle frontiere. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, discuterà con i colleghi dei 9 paesi confinanti di un ulteriore allentamento alle restrizioni sui viaggi. Maas avrà colloqui con i rappresentanti dei governi di Danimarca, Polonia, Repubblica ceca, Austria, Svizzera, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda. Il confine tra Germania e Lussemburgo è stato il primo a riaprire totalmente. Seguirà nei prossimi giorni quello con la Danimarca, mentre i controlli alle frontiere con Francia, Svizzera e Austria dovrebbero essere revocati il 15 giugno. Non sono stati forniti dettagli quanto a Polonia e Repubblica ceca. Nessun controllo aggiuntivo è stato imposto per la pandemia al confine con Belgio e Olanda anche se i 30 chilometri di zona di frontiera sono stati monitorati attentamente. Due giorni fa Maas ha avuto contatti con i colleghi dei paesi privilegiati dai cittadini tedeschi come meta per le loro vacanze, Spagna, Italia, Austria, Grecia, Croazia, Portogallo, Malta, Slovenia, Cipro e Bulgaria.

Secondo il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, una riapertura del confine con l’Italia “sarebbe irresponsabile alla luce dei dati epidemiologici in Italia”. Un’eventuale riapertura entro l’estate “dipenderà esclusivamente dall’andamento in Italia“, aggiunge Kurz in un’intervista al quotidiano Tiroler Tageszeitung. Il cancelliere si dice soddisfatto del fatto che in Austria i dati del contagio siano bassi, nonostante una serie di aperture. “Hanno portato frutti i provvedimenti tempestivi e duri, come anche l’elevata disciplina della popolazione”.

Dall’altra parte d’Europa la Francia invoca “più coordinamento” Ue nella riapertura delle frontiere interne dell’Unione, in un contesto in cui alcuni Stati membri come l’Italia e la Spagna, hanno fatto annunci unilaterali con l’approssimarsi della stagione turistica dopo due mesi di lockdown. “È urgente coordinarsi, questo sarà il mio messaggio questo pomeriggio”, dichiara il segretario di Stato, Jean-Baptiste Lemoyne, intervistato da radio RTL, nel giorno della videoconferenza Ue dei responsabili del Portafoglio Turismo. “Dirò un po’ le cose come stanno. Francamente non si può dire ‘ognuno fa i propri annunci nel suo angolino”, ha avvertito, mentre l’Europa lungamente confinata per far arretrare il nemico invisibile comincia progressivamente la fase 2.

“È fondamentale che si aprono le frontiere, naturalmente in sicurezza” rileva il presidente del Veneto, Luca Zaia, guardando all’avvio della stagione turistica. “Ma è basilare che ci deve essere una regia – aggiunge -. Mi immagino che ci sia un tavolo a livello europeo con i ministri degli Esteri e quelli della Sanità per stilare delle linee guida, cosa che oggi non sta accadendo. La situazione sanitaria a livello europeo – osserva Zaia – è poliedrica ed eterogenea, ma ritengo che da qui a giugno si possa assolutamente trovare una soluzione minima per tutti: Zaia però boccia “il tema delle quarantene: è assolutamente insostenibile per il turismo. Non si può pensare che un turista venga in Italia, e viceversa, per poi mettersi in quarantena. Non funziona così“.