Cronaca

Lodi, costringevano gli autisti a guidare fino a 20 ore di fila. Indagati cinque titolari dell’azienda di autotrasporti Plozzer

"No, io sto male, mi stavo addormentando sul volante. Io non vado ad ammazzarmi o ad ammazzare altra gente", ha esclamato un dipendente in una delle conversazioni intercettate dalle Fiamme gialle. Gip: "Turni disumani", la famiglia Plozzer "ha fatto leva sull'evidente stato di bisogno in cui versavano" i dipendenti. I proprietari sono accusati anche di associazione a delinquere, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio

Costringevano gli autisti di camion a lavorare fino a 20 ore di fila. Cinque titolari dell’azienda di autotrasporti Plozzer sono indagati dalla Guardia di Finanza di Lodi: il gip ha disposto i domiciliari per uno di loro e l’obbligo di firma per gli altri. Gli indagati sono accusati anche di associazione a delinquere, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio.

“No, io sto male, mi stavo addormentando sul volante – esclama uno dei conducenti nelle conversazioni intercettate dalle Fiamme gialle -. Io non vado ad ammazzarmi o ad ammazzare altra gente”. Dice un altro: “E’ da giugno che non scendo dal camion, mi sto arrugginendo qua e ho 75 anni”. I titolari, infatti, costringevano i dipendenti a lavorare fino a 18 o 20 ore di fila, turni che il gip li ha definiti nell’ordinanza “disumani“. Ogni giorno di assenza o di ferie erano sottratti allo stipendio ed erano imposti turni massacranti, senza riposi. Addirittura, alcuni dipendenti della ditta di autotrasporti Plozzer “per poter dormire sui camion che avrebbero utilizzato la mattina dopo” pagavano una cifra di 200-300 euro al mese ai loro “datori di lavoro”. Il tutto era sopportato dagli autisti continuamente minacciati di essere licenziati o di non veder il proprio contratto rinnovato, avendo contratti di lavoro a tempo determinato della durata di pochi mesi (a volte anche 30 giorni).

L’anno scorso, però, uno dei dipendenti dell’azienda ha travolto e ucciso un anziano che stava attraversando sulle strisce pedonali a Lecco. La famiglia Plozzer “ha fatto leva sull’evidente stato di bisogno in cui versavano” gli autisti alle loro dipendenze, ha sottolineato il gip. In un periodo di forte crisi economica come quello attuale, “ottenere un impiego – ha continuato il giudice – seppur questo comporti l’essere sfruttato, è considerato dai lavoratori soprattutto stranieri un vero e proprio ‘privilegio’, poiché un salario, seppur non adeguato al lavoro prestato, rappresenta l’unico strumento per soddisfare le esigenze basilari per condurre una vita dignitosa“.