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Coronavirus, l’azienda farmaceutica Sanofi: “Il vaccino? Prima agli Usa perché finanziano”. E dopo le polemiche avverte: “L’Ue sia altrettanto efficace”. Macron seccato: “Bene comune, no pressioni del mercato”

Dieci giorni fa era stata la rivista Nature a lanciare l'allarme sulla necessità di coordinamento per lo sviluppo del vaccino in considerazioni degli oltre 90 candidati. Il premier francese Philippe: "La parità di accesso non è negoziabile"

Dieci giorni fa era stata la rivista Nature a lanciare l’allarme sulla necessità di coordinamento per lo sviluppo del vaccino in considerazioni degli oltre 90 candidati a diventare il composto profilattico contro il coronavirus. Sì perché la corsa a trovare il farmaco che potrebbe proteggere da nuove ondate di Sars Cov 2 è scattata nei laboratori di tutto il mondo e almeno sei gruppi di lavoro sono a buon punto con i test su umani. Non stupisce quindi la polemica mondiale scatenata dalle parole del direttore generale del gigante farmaceutico francese Sanofi, Paul Hudson, che ieri aveva dichiarato che sarebbero stati gli Usa i primi ad ottenere la distribuzione di un eventuale vaccino contro Covid 19. Eventuale, c’è da sottolineare, perché né Sanofi né altre case farmaceutiche lo hanno sviluppato.

L’avvertimento: “Ue sia altrettanto efficace” – Sanofi oggi però sottolineato che non darà preferenza agli Usa se l’Unione Europea si mostrerà “altrettanto efficace” nel finanziare lo sviluppo del vaccino. “In questo periodo gli americani sono efficaci – ha detto a BFM-TV il presidente di Sanofi France, Olivier Bogillot – anche l’Ue deve esserlo altrettanto, aiutandoci a mettere a disposizione molto rapidamente il vaccino”. Ieri Hudson aveva fatto sapere che le autorità americane hanno investito finanziariamente per sostenere le ricerche del gruppo farmaceutico, precisando che l’anticipo sarebbe potuto essere di qualche giorno o di qualche settimana. Un annuncio era stato definito “inaccettabile” ieri dalla sottosegretaria all’Economia francese, Agnès Pannier-Runacher. Oggi sul caso è intervenuto anche il primo ministro francese Edouard Philippe: “La parità di accesso di tutti al vaccino non è negoziabile”. Philippe, che oggi ha parlato con il presidente del consiglio di amministrazione di Sanofi, Serge Weinberg. Quest’ultimo, aveva scritto poco prima in un tweet, “mi ha fornito tutte le necessarie rassicurazioni quanto alla distribuzione in Francia di un eventuale vaccino Sanofi“. Anche il presidente francese Emmanuel Macron è “seccato” dall’annuncio del ceo di Sanofi. Macron sta spingendo affinché i vaccini siano considerati un “bene comune” per l’umanità che non deve essere soggetto alle pressioni del mercato. La prossima settimana ci sarà un incontro con Sanofi nell’ufficio di Macron.

L’Ue: “Vaccino bene pubblico globale”- “La solidarietà e lo stretto coordinamento sono i modi più efficaci e sicuri per rispondere alla Covid 19. Insieme ai nostri partner globali abbiamo raccolto impegni per 7,4 mld di euro: il vaccino contro la Covid-19 deve essere un bene pubblico globale e l’accesso deve essere equo e universale – commenta il portavoce per la Salute della Commissione Europea Stefan De Keersmaecker. – Abbiamo dato 80 mln di finanziamenti alla tedesca Curevac, che ha una tecnologia promettente per il vaccino. Una volta sviluppato, il vaccino deve passare attraverso un processo di approvazione e l’Ema assicurerà un processo il più veloce possibile. Per noi è molto importante che, visto che il virus è globale, ci lavoriamo a livello globale”, conclude De Keersmaecker.

La mossa di Trump e l’operazione Warp Speed – Intanto il presidente americano Donald Trump, alle prese con i numeri sempre più elevati di morti e contagi, ha scelto un ex manager dell’industria farmaceutica un alto e ufficiale per guidare l’operazione Warp Speed, volta ad accelerare lo sviluppo di un vaccino: si tratta di Moncef Slaoui, che sarà advisor del programma, e del generale Gustave Perna, che svolgerà il ruolo di direttore operativo. Slaoui è l’ex capo della divisione vaccini della GlaxoSmithKline (Gsk), che ha lasciato nel 2017 per fare il finanziere. La Gsk sta lavorando al vaccino anti Covid-19 proprio insieme alla Sanofi. Idem Moderna, nel cui board Slaoui siede come consigliere.