Scienza

Coronavirus, ricerca Usa: “L’antivirale Remdesivir riduce tempi di recupero dei malati”. Oms: “Per ora è sperimentale”

Sono queste le conclusioni di uno studio condotto da Nih (National Institutes of Health) su oltre mille pazienti affetti da Sars-Cov-2 in tutto il mondo. Fauci: "Un medicinale può fermare il virus". Oms precisa: "Solo fra alcuni mesi sapremo di più e avremo più dati a disposizione"

Il farmaco antivirale Remdesivir riduce i tempi di recupero dei pazienti Covid-19 in media di quattro giorni, cioè da 15 a 11 e i decessi tra i pazienti che lo utilizzano. Sono queste le conclusioni di uno studio condotto da Nih (National Institutes of Health) su oltre mille pazienti affetti da coronavirus in tutto il mondo, di cui ha parlato anche Anthony Fauci, virologo della task force americana contro l’epidemia. L’esperto ha sottolineato come lo studio sia una importante prova che “un medicinale può fermare il virus”, perché “i dati mostrano che il remdesivir – che è prodotto dal colosso della farmaceutica americana Gilead Sciences, in California – ha un chiaro effetto positivo nel diminuire i tempi di ripresa”. I pazienti ai quali era stato somministrato il medicinale, ha aggiunto, sono guariti con una velocità del 31% superiore di quelli a cui era stato somministrato un placebo. I risultati hanno fatto volare Gilead a Wall Street, con un balzo di oltre il 3% nelle prime ore di contrattazioni.

Ma a frenare è l’Oms. “Il remdesivir – ha detto Dorit Nitzan, coordinatore per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità nella Regione europea – è uno dei farmaci che sono inclusi nel Solidarity Trial” organizzato dall’agenzia Onu per studiare possibili farmaci e vaccini contro il Covid-19, “per questo raccomandiamo di usarlo in questa cornice o in quella di un protocollo di studio. Solo fra alcuni mesi sapremo di più e avremo più dati a disposizione. Per ora è un prodotto sperimentale“. Con un vaccino a distanza di un anno o più, gli esperti affermano che un trattamento efficace potrebbe avere un profondo effetto sull’epidemia, che finora ha ucciso nel mondo oltre 220mila persone, di cui più di 60mila solo negli Stati Uniti.

Il precedente dello studio cinese – Il risultato positivo dagli Stati Uniti arriva una settimana dopo il “flop” della prima sperimentazione dell’antivirale avvenuto in Cina, raccontato dal Financial Times sulla base di un documento esclusivo diffuso per errore dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il trial in Cina avrebbe mostrato che l’antivirale di Gilead Sciences “non ha migliorato le condizioni dei pazienti o ridotto la presenza del patogeno nel sangue”. I ricercatori hanno studiato 237 pazienti, hanno dato il farmaco a 158 soggetti e paragonato i progressi con i restanti 79. Il farmaco “avrebbe anche mostrato significativi effetti collaterali in alcuni pazienti”, tanto da essere interrotto in 18 pazienti. Ma Gilead ha osservato che lo “studio è stato terminato in anticipo a causa dello scarso arruolamento, è stato sottodimensionato per consentire conclusioni statisticamente significative”, ha detto l’azienda. “In quanto tale, i risultati dello studio sono inconcludenti, sebbene le tendenze nei dati suggeriscano un potenziale beneficio per remdesivir, in particolare tra i pazienti trattati all’inizio della malattia”, ha scritto il Financial Times.