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Coronavirus, le Borse Ue chiudono in rosso: deluse dal Consiglio europeo. Milano contiene il ribasso (-0,89%) e lo spread cala a 234 punti

I mercati non sembrano essere entusiasti dell’accordo e attendono di conoscere le modalità per il finanziamento del Recovery fund. Dopo una serie di saliscendi, nel giornata del varo del Def il differenziale tra Btp e Bund si restringe, con il rendimento del decennale italiano all’1,87%

Il giorno dopo l’intesa di massima del Consiglio europeo su un Recovery fund i cui dettagli andranno però decisi dalla Commissione, le borse Ue chiudono tutte in rosso. A Londra il Ftse 100 ha perso l’1,28%, a Parigi il Cac 40 ha ceduto l’1,30% mentre a Francoforte il Dax ha lasciato sul terreno l’1,69%. Ultima seduta della settimana in terreno negativo per Piazza Affari, che è comunque riuscita a ridurre il passivo nella seconda metà di giornata in cui il governo ha varato il Documento di economia e finanza. Il Ftse Mib ha chiuso a 16.858 punti (-0,89%). In Italia la giornata ha visto lo spread Btp-Bund fare saliscendi in attesa del giudizio di S&P sul merito di credito del Paese. Il differenziale ha chiuso in calo a 234 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,87%.

Il Consiglio europeo ha deluso le aspettative dei mercati sul recovery fund, la cui entità e finanziamento sono ancora definire. A Milano il restringimento del differenziale Btp-Bund non è stato sufficiente a risollevare l’umore del settore bancario, il peggiore oggi insieme a quello oil. La peggiore è stata Bper con -4,16% a 2,12 euro, seguita a ruota da Banco BPM che registra -3,63% a 1,062 euro. Negativa anche Intesa Sanpaolo che segna -2,93% a 1,3438 euro e Unicredit che registra -3,07% a 6,688 euro.

Passando al settore oil, male Eni che ha chiuso a -2,62% a 8,25 euro con il mercato che ha accolto con freddezza i conti del primo trimestre, chiuso in perdita per 2,93 miliardi di euro a causa della pandemia di coronavirus e della caduta repentina del prezzo del petrolio. L’utile operativo adjusted è pari a 1,31 miliardi, -44% rispetto al trimestre 2019. Il cda di Eni ha inoltre deliberato una emissione obbligazionaria da 4 miliardi a supporto della struttura finanziaria. Peggio ha fatto Saipem con -3,81% a 2,174 euro.