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Coronavirus, strage in una casa di cura del New Jersey: “70 morti e 17 corpi abbandonati in una stanza usata come obitorio”

Funzionari federali e statali hanno affermato che le indagini per stabilire eventuali responsabilità sono in corso. La struttura era cronicamente a corto di personale negli ultimi due anni e per questo aveva ottenuto bassi punteggi da parte degli ispettori addetti al controllo

Li avevano chiusi in sacchi neri e lasciati in una stanza adibita a obitorio, fino a quando il 13 aprile, grazie a una soffiata anonima, la polizia è intervenuta rinvenendo i 17 cadaveri. A una settimana di distanza, però, le vittime in una Residenza di cura per anziani di Andover, nel New Jersey, sono già diventati 70, con 420 casi di contagio. Personale numericamente scarso, mancanza di protezioni e di strutture idonee a contrastare il propagarsi del coronavirus, racconta il New York Times dopo aver intervistato alcuni dipendenti, hanno reso l’Andover Subacute and Rehabilitation Center II un letale centro di contagio per gli anziani ospitati e per gli operatori che ci lavorano. Le vittime si vanno ad aggiungere alle oltre 7mila in tutto il Paese che hanno perso la vita a causa del virus all’interno delle case di cura.

Funzionari federali e statali hanno affermato che le indagini per stabilire eventuali responsabilità sono in corso, ma i parenti dei residenti hanno invitato lo Stato a farsi carico della gestione della struttura. Da Washington ancora nessuna risposta, ma il governatore Philip D. Murphy ha detto sabato che stava prendendo in considerazione l’invio di medicinali della Guardia Nazionale in tutte le case di cura dello Stato. All’inizio della settimana, Murphy ha definito le morti ad Andover “non solo scandalose, ma inaccettabili“.

Il proprietario e il responsabile di Andover si sono difesi dichiarando di aver affrontato responsabilmente una crisi senza precedenti che ha colpito le case di cura in tutta la regione, ma questo non ha risparmiato loro gli attacchi da parte dei familiari delle persone ospitate.

Secondo la ricostruzione del quotidiano americano, quando il Covid-19 ha colpito quella che è una delle case di cura più grandi del Nord-Est tutte le carenze sono venute a galla. I residenti hanno iniziato a manifestare i primi sintomi del virus, come tosse e febbre, e quindi sono stati trasferiti in un’ala separata. Ma chi si prendeva cura di loro erano gli stessi operatori che poi dovevano anche farsi carico dei bisogni degli altri ospiti. Così, in mancanza di protezioni adeguate, il contagio è continuato rapido in tutta la struttura e la mole di lavoro sempre più importante ha anche causato un abbassamento del livello igienico-sanitario.

Secondo le informazioni in possesso del Nyt, la struttura era cronicamente a corto di personale negli ultimi due anni e per questo aveva ottenuto bassi punteggi da parte degli ispettori federali e statali addetti al controllo. Per cercare di svolgere il proprio lavoro con un minimo di protezione, continuando a chiedere aiuti dal governo, sono stati gli stessi dipendenti ad acquistare un piccolo stock di mascherine online al costo di 160 dollari.