Cronaca

Coronavirus, tatuatori italiani mettono all’asta le loro opere: “Serviranno a sostenere medici fuori sede e acquistare materiali e dispositivi”

Dopo la decisione di alcuni professionisti di Bergamo, Brescia e Milano di devolvere i guadagni dei propri lavori, all'iniziativa si sono uniti altri colleghi in tutta Italia: "I soldi andranno alla Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva"

I tatuatori italiani scendono in campo per l’emergenza coronavirus mettendo all’asta le proprie opere. I proventi della vendita andranno alla Siaarti, Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva, che li potrà utilizzare per sostenere le spese di viaggio, vitto e alloggio, di tutti i medici volontari che in questo periodo si stanno spostando per intervenire nelle zone maggiormente colpite dal Covid-19 e per acquistare materiali e dispositivi per la terapia intensiva. “Dopo alcune aste benefiche sviluppatesi a livello locale e finalizzate, di volta in volta, al finanziamento di una singola struttura sanitaria – spiega Arsenink, al secolo Alessio Mariani Radici, tatuatore romano organizzatore dell’iniziativa – si è deciso di fare un passo in avanti nella raccolta fondi unendo gli sforzi per un’azione su scala nazionale, approvata e coadiuvata dall’Associazione Tatuatori. Nei giorni scorsi sono state fatte già alcune aste dai tatuatori di Bergamo, di Milano, di Brescia e di altre città, grazie alle quali sono state raccolte decine di migliaia di euro e, forti di queste apprezzabili iniziative, abbiamo deciso di rilanciare l’idea a livello nazionale aderendo alla campagna #WeCare indetta dalla Siaarti”.

I tatuatori aderenti all’iniziativa metteranno all’asta i propri disegni, dipinti, stampe, sculture e oggetti d’artigianato sui loro canali social, Facebook e Instagram, e i pagamenti delle opere andranno effettuati direttamente sul conto corrente Siaarti o tramite l’apposito link ‘GoFundMe’. L’asta inizierà giovedì prossimo alle 10 e terminerà sabato a mezzogiorno. Ogni tatuatore pubblicherà sul proprio profilo social i suoi lavori, al massimo tre, con un post dedicato, descrivendoli nel dettaglio (dimensioni, materiali, tecnica utilizzata) e includendo l’hashtag #tatuatoriprosiaarti.

La base minima di partenza di ogni asta sarà di 50 euro con rilancio minimo di 10 euro. Per partecipare, i potenziali acquirenti dovranno fare la propria offerta nei commenti del relativo post. Una volta scaduti i termini per le donazioni, il tatuatore dichiarerà il vincitore e in seguito si accorderà con l’acquirente sulle modalità di consegna dell’opera che “avverrà solo dopo il termine della quarantena, onde evitare sovraccarichi inutili di lavoro per i corrieri con consegne non urgenti”, sottolinea l’organizzatore. “Ovviamente – prosegue – i costi di spedizione saranno a carico del singolo tatuatore autore dell’opera venduta”.

Questa iniziativa sarà pubblicizzata e monitorata sulle pagine social Facebook e Instagram ‘Tatuatori pro Siaarti’ dove verranno menzionati i profili privati dei tatuatori regolarmente iscritti e le loro opere all’asta. “In questo momento – spiega Alessio – tutti dobbiamo dare il nostro contributo. Le iniziative dei colleghi di Bergamo, che per primi hanno realizzato un’asta di beneficenza per l’emergenza, e di altri tatuatori in altre zone d’Italia hanno indicato la via che abbiamo deciso di seguire e ottimizzare devolvendo i fondi direttamente ad un’associazione come la Siaarti che sa come gestire i soldi da destinare alle situazioni più critiche presenti sul territorio. Lancio un appello a tutti gli italiani affinché diano il proprio contributo per aiutare chi è in prima linea tutti i giorni a combattere contro questo nemico invisibile”.