Diritti

Coronavirus, nelle residenze per anziani di Firenze arrivano esercito e Protezione civile

La risposta all'appello disperato dei sindaci della provincia e del Prefetto di Firenze, Laura Lega: aiutateci con medici e operatori sanitari perché le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) fiorentine sono allo stremo

L’appello disperato è arrivato prima dai sindaci della provincia e poi dal Prefetto di Firenze, Laura Lega: aiutateci con medici e operatori sanitari perché le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) fiorentine sono allo stremo, è stato il messaggio. E lunedì da Roma è arrivata la risposta: nei prossimi giorni nelle strutture fiorentine che ospitano anziani cronici arriverà il personale in forza alla Protezione civile e all’esercito. Dopo i casi di Pontremoli (Massa), Bucine (Arezzo) e Comeana (Prato), in Toscana il nuovo fronte si chiama proprio Firenze: non solo è la provincia più colpita dal Covid-19, ma è anche quella dove nelle ultime ore stanno emergendo i casi più gravi di contagi nelle residenze per anziani. E questo avviene alle porte della città con i casi di Bagno a Ripoli, Dicomano e Impruneta, ma anche “dentro le mura” con situazioni disperate sia in centro che in periferia.

Da qui la riunione di venerdì tra i sindaci della provincia e il prefetto di Firenze per chiedere aiuti dall’esterno, visto che in molti casi anche gli operatori tecnici e sanitari sono in quarantena perché positivi al Covid-19. I sindaci avevano lanciato l’allarme già da diverse settimane e la Società della Salute di Firenze da inizio marzo aveva imposto la chiusura delle strutture ai contatti esterni. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, già il 26 marzo il sindaco di Firenze Dario Nardella aveva chiamato il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per chiedergli di fare i tamponi a tappeto in tutte le Rsa, una strategia che si è concretizzata solo tre giorni dopo con l’ordinanza regionale in cui si programmavano test in tutte le strutture toscane. Ma ormai era troppo tardi: in molte strutture, anche fiorentine, il focolaio si era già esteso. “Serve mantenere una guardia altissima sulle strutture per anziani – dice a ilfattoquotidiano.it l’assessore al sociale del Comune di Firenze, Andrea Vannucci – bisogna fare tutto il possibile, e anche di più”.

I contagi a Firenze e gli aiuti da fuori – A preoccupare Palazzo Vecchio ci sono tre strutture alle porte di Firenze in cui negli ultimi giorni si è registrata un’escalation di contagi: nella Rsa Villa Jole di Bagno a Ripoli dopo i primi casi positivi è stato fatto uno screening completo scoprendone altri 76, nella casa di cura Villa delle Terme Korian di Impruneta due anziani positivi non sono stati segnalati alla Asl e questo non ha impedito che il contagio si estendesse a tutta la struttura da 270 posti letto (i risultati dei tamponi non sono ancora arrivati), a Dicomano i positivi sono 41 mentre ce ne sono 66 a Diacceto (Pelago). Anche le residenze di Firenze città sono allo stremo: in 11 delle 37 strutture si sono registrati 59 casi positivi, a cui vanno aggiunti 26 operatori. Inoltre altri 20 ospiti sono sintomatici considerati positivi.

In molti casi, il personale sanitario è stato decimato dal virus: per questo nei prossimi giorni arriveranno medici e personale sanitario dalla Protezione Civile e dall’esercito. La nuova ordinanza regionale inoltre prevede che le Rsa vengano trattate come reparti Covid e alcuni ospiti delle strutture fiorentine lunedì mattina sono stati trasferiti al centro federale di Coverciano dove solitamente si allena la nazionale di calcio. “L’importante è fare sempre più tamponi per monitorare al meglio tutte le situazioni – continua l’assessore Vannucci – sia per quanto riguarda gli ospiti che il personale sanitario”.

“Ho saputo che ero positiva da una chat” – A Firenze la struttura che preoccupa di più è sicuramente La Chiocciola nel Quartiere 5 (periferia a nord-ovest) dove ci sono 11 operatori e 15 anziani risultati positivi al test. In questo caso nei giorni scorsi sono arrivate anche diverse segnalazioni sulla gestione della struttura: un’infermiera che ha chiesto l’anonimato ha raccontato a Repubblica Firenze di aver scoperto di essere positiva da una chat interna alla Rsa mentre stava finendo il suo turno di lavoro col rischio di contagiare altre persone. “Sono convinta che lo sapessero già ma hanno cercato di temporeggiare per timore di rimanere senza personale”, ha raccontato lei. Il giorno dopo la struttura ha confermato alcuni problemi con cui si trovano a lavorare gli operatori: la stessa mascherina per 15 giorni e anziani costretti a stare nella stessa stanza anche se positivi. Questa sarà una delle prime Rsa dove arriveranno i rinforzi da Roma.

@salvini_giacomo