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Coronavirus, “Boris Johnson resta in terapia intensiva ma sta migliorando: parla con i medici e fa progressi costanti”

Il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak ha spiegato che il primo ministro "oggi si è messo a sedere sul letto, reagisce e dialoga positivamente con il team medico". In mattinata da Downing Street avevano fatto sapere che al momento non è in grado "di lavorare", ma può "contattare chi vuole"

L’aggiornamento è pressoché identico a quello fornito ieri da Downing Street: anche l’ultimo bollettino medico sulle condizioni di salute del premier britannico conferma i segnali di miglioramento, ma non parla ancora di un’eventuale uscita dal reparto di rianimazione al St Thomas Hospital di Londra. A due giorni dal ricovero al St Thomas hospital di Londra, il premier britannico Boris Johnson “resta in terapia intensiva in condizioni “clinicamente stabili” dopo l’aggravamento dei sintomi del suo contagio da coronavirus e “risponde ai trattamenti”. Nel pomeriggio Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere del suo governo e protagonista della conferenza stampa di giornata a Downing Street sull’emergenza ha detto che per il premier ci sono segnali di “miglioramento”. “Johnson resta nel reparto di terapia intensiva dove la sua condizione sta migliorando”, ha detto Sunak: “Oggi si è messo a sedere sul letto, reagisce e dialoga positivamente con il team medico”. E in serata ha confermato: “Il primo ministro continua a fare progressi costanti”.

Un portavoce di Downing Street, nel briefing giornaliero ai giornalisti dopo la riunione del consiglio di gabinetto ristretto (il cosiddetto ‘war cabinet’) che si svolge quotidianamente sull’emergenza coronavirus e che è ora presieduta dal ministro Dominic Raab, supplente di Johnson, ha precisato poi che il primo ministro non è in grado al momento “di lavorare”, ma può “contattare chi vuole”: e quindi è cosciente. Già questa mattina il sottosegretario del ministero della Sanità Edward Argar aveva dichiarato che il premier era in condizioni stabili “a suo agio e di buon umore. In passato – aveva aggiunto – ha avuto bisogno dell’ossigeno, ma non è sottoposto a ventilazione”.

Citando le ultime informazioni rilasciate dal team medico, la portavoce ha ripetuto che il premier “continua a essere curato nel reparto di terapia intensiva del St Thomas’ Hospital“. Ha quindi ribadito che è “su di morale” e che, pur ricevendo ossigeno, non ha bisogno dell’assistenza – che sarebbe invasiva e allarmante – di un ventilatore meccanico. “Siamo enormemente grati dei messaggi di sostegno che il Primo Ministro ha ricevuto”, ha detto la fonte, insistendo che Johnson considera “fantastica la risposta della popolazione al coronavirus, esemplificata al meglio dell’applauso collettivo rivolto allo staff dell’Nhs (servizio sanitario nazionale) ogni settimana“.