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Coronavirus, Reporter sans frontières: “In Turkmenistan bandita la parola coronavirus”

Ufficialmente, il Turkmenistan è uno dei pochi stati a non aver mai dichiarato alcun caso di contagio: secondo l'associazione, che si occupa di libertà di stampa, si rischia perfino l'arresto se si indossa la mascherina in pubblico

Impossibile girare con la mascherina o perfino menzionare la parola “coronavirus”, pena l’arresto: in Turkmenistan – denuncia il gruppo Reporter Sans Frontières, la pandemia globale è sparita dai mezzi d’informazione (rigidamente controllati dallo Stato) e perfino dalla comunicazioni del ministero della Sanità.

Ufficialmente, il Turkmenistan è uno dei pochi stati a non aver mai dichiarato alcun caso di contagio. Secondo gli speaker di Radio Free Europe nella capitale Aşgabat alcuni gruppi di persone sorprese a parlare della pandemia sono stati dispersi dalle forze dell’ordine. Negli opuscoli informativi distribuiti in scuole e ospedali la parola “Covid-19” è stata sostituita da un generico “infezione”: lo aveva denunciato il sito Turkmenistan Chronicle, una delle poche fonti indipendenti di informazione, il cui sito è stato bloccato nel Paese. Inoltre, chi indossa mascherine protettive può essere arrestato da poliziotti in incognito. Con queste mosse radicali, sottolinea Rsf, il governo sta mettendo tutti i suoi cittadini, oltre che a imbavagliare la stampa.