Cronaca

Coronavirus, la nave da crociera Costa Victoria verso Venezia con 727 passeggeri. Zaia: “Totale indisponibilità”

A porre per primi il problema sono stati gli attivisti di No Grandi Navi, che da giorni tengono monitorati transatlantici la cui destinazione è l'Italia. “Sulla Regione Veneto, che ha subito tagli enormi alla sanità pubblica e si vede negati posti letto e assistenza sanitaria – dichiarano - si vogliono caricare i costi delle decisioni scellerate di una compagnia crocieristica". Ma il governatore del Veneto ha già detto "no allo sbarco"

Tra una settimana, il 28 marzo, Costa Victoria, una delle grandi navi che periodicamente arrivano a Venezia, dovrebbe attraccare in porto, con a bordo 727 passeggeri, in buona parte di nazionalità australiana. La notizia ha dell’incredibile visto che il Veneto, come il resto dell’Italia, è blindato. La destinazione finale del natante che stazza 75mila tonnellate ed è lungo 250 metri dovrebbe concludere una navigazione iniziata circa due mesi fa. Al momento la nave (che in totale imbarca 1.400 persone, considerando l’equipaggio) è ancorata in rada a Matala, nell’isola di Creta, in attesa che si decida quale sarà il porto dove far sbarcare i passeggeri, che poi dovrebbero tornare a casa a bordo di aerei, con il problema però che i voli internazionali sono drasticamente ridotti a causa del coronavirus.

A porre per primi il problema sono stati gli attivisti di No Grandi Navi, che da giorni tengono monitorati transatlantici la cui destinazione è l’Italia. “Sulla Regione Veneto, che ha subito tagli enormi alla sanità pubblica e si vede negati posti letto e assistenza sanitaria – dichiarano – si vogliono caricare i costi delle decisioni scellerate di una compagnia crocieristica. In una città come Venezia si vuole imporre l’ennesimo e più sconcertante sfregio: il passaggio dell’ennesima grande nave nel Canale della Giudecca, tra le serrande chiuse di una città in ginocchio”.

La denuncia del protavoce Luciano Mazzolin e di Ambiente Venezia è precisa: “E’ dall’8 marzo che segnaliamo e denunciamo l’assurda situazione che si è venuta a creare con il diffondersi a livello nazionale e mondiale del contagio da coronavirus. Le compagnie delle navi da crociera e le varie lobby al loro servizio continuano a far circolare in giro per il mondo le loro navi da crociera con migliaia di persone imbarcate, che rischiano la loro salute e vita, diventando loro stessi elemento di potenziale pericolo con le popolazioni delle città portuali in cui le navi fanno scalo”.

La denuncia riguarda un fatto preciso, che smentirebbe la versione della compagnia secondo cui non ci sono rischi di contagio. “Un lavoratore a bordo testimonia il fatto che a Dubai, il 7 marzo, Costa Crociere abbia continuato a imbarcare passeggeri provenienti anche da quelle aree europee che già risultavano colpite significativamente dal Covid-19, senza informare e tutelare in alcun modo i propri dipendenti e i passeggeri già a bordo, tanto meno considerare l’ipotesi di rifiutare l’accesso dei nuovi passeggeri e rimborsare qualche biglietto”.

La compagnia ha annunciato che a breve avverranno gli sbarchi. “Costa Victoria, superato lo stretto di Suez qualche giorno fa, si trova attualmente in navigazione nel Mar Mediterraneo. La situazione sanitaria a bordo non registra alcuna criticità e al momento sono presenti sulla nave 727 ospiti di origine straniera che verranno sbarcati a fine crociera, in coerenza con il decreto recentemente emesso in materia di attracchi di porti nazionali per navi di bandiera italiana”. Si sta lavorando a un piano “che tenderà ad avere il minor impatto possibile per gli ospiti in transito, lavorando in sinergia con ambasciate e consolati, e per il territorio offrendo alle autorità preposte l’usuale collaborazione”. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto: “Abbiamo dato la nostra totale indisponibilità all’attracco a Venezia, non perché siamo dei lazzaroni e non sappiamo cosa sia la solidarietà, ma perché, sapendo che a bordo ci sono 1.400 persone e non sapendo quanti siano contagiati e abbiano bisogno di cure serie, non siamo nelle condizioni di poter far sbarcare tutte queste persone e garantire loro la sanità perché siamo in emergenza”.