Politica

Coronavirus, la stretta delle Regioni: in Veneto spesa a 200 metri da casa, in Sicilia si esce una volta al giorno. Spiagge chiuse nelle Marche

Mentre il governo riflette se seguire o meno le richieste della Lombardia, alcune regioni hanno deciso di andare per conto loro. E fare un passo avanti rispetto al resto del Paese, inasprendo - con una serie di ordinanze dei governatori - le regole imposte dal decreto del presidente del consiglio dello scorso 8 marzo

Sicilia e Marche varano misure più stringenti per combattere il contagio del coronavirus. L’Emilia Romagna lo ha fatto due giorni fa, il Friuli Venezia Giulia ieri. E oggi il Veneto annuncia: per fare la spesa o portar fuori il cane, non ci si può allontanare più di 200 metri da casa, con obbligo di controllo. Mentre il governo riflette se seguire o meno le richieste della Lombardia, alcune regioni hanno deciso di andare per conto loro e fare un passo avanti rispetto al resto del Paese, inasprendo – con una serie di ordinanze dei governatori – le regole imposte dal decreto del presidente del consiglio dello scorso 8 marzo. Intanto il governatore lombardo Fontana oggi rilancia: “Se le nostre richieste al governo verranno disattese, parlerò con i comuni per emanare un documento congiunto sindaci-Regione, in modo da avere anche più potere coercitivo”.

In Veneto, alimentari chiusi nei festivi – Il governatore Luca Zaia ha firmato l’ordinanza con cui vengono chiusi parchi e giardini pubblici all’aperto fino al 3 aprile come già succedeva, per esempio, nella città di Verona. Ci si può spostare a piedi o in bici nei centri urbani, ma solo con l’autodichiarazione in tasca e per i motivi ammessi dal decreto: lavoro, farmacia e acquisti di generi alimentari, che saranno chiusi la domenica. Ma la stretta più evidente riguarda le distanze degli spostamenti: per fare la spesa o per portare fuori il cane le persone non potranno superare i 200 metri dall’abitazione, con obbligo di controllo. Restano aperti i bar nelle aree di servizio e gli autogrill lungo la rete autostradale e delle strade extraurbane principali. Gli esercizi posti lungo le strade extraurbane secondarie, potranno aprire dalle ore 6.00 alle ore 18.00, tutta la settimana. Sulle disposizioni, aggiunge Zaia, “auspico una collaborazione a livello nazionale”.

La stretta di Musumeci – Le norme più dure sono quelle varate in Sicilia dal governatore Nello Musumeci nella serata di giovedì. L’ordinanza, in pratica, prevede che tutti gli esercizi commerciali attualmente autorizzati, a eccezione di farmacie di turno ed edicole, dovranno restare chiusi la domenica. I cittadini potranno uscire una sola volta al giorno per gli acquisti essenziali, a eccezione dei farmaci. Vietata anche l’attività motoria all’aperto. Per quanto riguarda i negozi, i sindaci potranno disporre la riduzione dell’orario di apertura al pubblico, tranne di quelli che vendono prodotti alimentari e farmacie. Nelle rivendite dei tabacchi è vietato l’uso di apparecchi da intrattenimento e per il gioco. Non sarà ammesso l’ingresso nel territorio comunale dei venditori ambulanti al dettaglio provenienti da altri Comuni. In pratica le stesse regole che sono al vaglio dell’esecutivo da alcune ore, dopo le ripetute richieste della Lombardia.

In Sicilia si può uscire uno alla volta – Sull’isola valevano già da alcuni giorni divieti legati ai treni che oltrepassavano lo Stretto. Da stanotte arrivano le nuove norme. Viene sancito l’obbligo, da parte dei Comuni, di provvedere, qualora non lo abbiano già fatto, alla sanificazione delle strade del centro abitato, degli uffici pubblici e degli edifici scolastici. Attività che verranno cofinanziate dalla Regione. Aree a verde pubblico e parchi-gioco verranno chiusi. Sui mezzi di trasporto pubblico urbano sarà consentito l’accesso ai passeggeri nella misura massima del 40 percento dei posti omologati e, comunque, garantendo la distanza minima di un metro. Lo spazio riservato ai conducenti dei mezzi dovrà essere delimitato. Per quanto riguarda le uscite dalla propria abitazione per gli acquisti essenziali, a eccezione dei farmaci, vanno limitate a una sola volta al giorno. È vietata la pratica di ogni attività motoria e sportiva all’aperto, anche in forma individuale. Gli spostamenti con gli animali sono consentiti solamente nelle vicinanze della propria abitazione.

Nelle Marche spiagge vietate – Nelle Marche, invece, il presidente Luca Ceriscioli ha vietato l’accesso a spiagge, parchi, parchi gioco e giardini pubblici. L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi sono consentiti esclusivamente per andare lavoro, ragioni di salute o altre necessità come gli acquisti di generi alimentari. Nel caso in cui la motivazione degli spostamenti “sia l’attività motoria (passeggiata per ragioni di salute) o l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche, si è obbligati a restare in prossimità della propria abitazione e deve essere svolta individualmente”. L’ordinanza produce effetti dalla sera di giovedì a mezzanotte fino alle 24 del 3 aprile prossimo; “comunque cessa di avere efficacia al sopraggiungere di provvedimenti governativi o ministeriali che dispongano in tal senso”.

Friuli: divieto di passeggiate e sport all’aperto – Entra in vigore oggi l’ordinanza firmata dal governatore Massimiliano Fedriga, che vieta di uscire per passeggiate o per attività sportive all’aperto e che impone ai sindaci la chiusura di tutti i luoghi di aggregazione (pubblici o aperti al pubblico) e la chiusura, nella giornata di domenica, di tutti gli esercizi commerciali di qualsiasi natura, tranne farmacie, parafarmacie e edicole. Anche nei casi previsti dal decreto, potrà uscire solo una persona per famiglia. Salvo proroghe, rimarrà in vigore fino al 3 aprile.”È importante – è l’appello rivolto da Fedriga ai cittadini – fare tutti la propria parte per contenere la diffusione del coronavirus. Per tutelare la salute e far ripartire l’economia, ognuno si deve impegnare e non sottovalutare la situazione. Qui in Friuli non abbiamo giustificazioni, perché abbiamo sotto gli occhi le situazioni delle altre regioni ove il virus si è diffuso prima. Sappiamo quello che ci può accadere e abbiamo un motivo in più, quindi, per muoverci prima che fatti drammatici avvengano anche qui”.

La stretta dell’Emilia-Romagna – Due giorni fa era stata l’Emilia-Romagna, una delle regioni più colpite dal contagio, a varare una nuova stretta. Il governatore Stefano Bonaccini ha disposto la chiusura di parchi e giardini pubblici, misura già presa da più sindaci. E, soprattutto, ha emanato restrizioni sull’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi: sono consentiti esclusivamente per lavoro, ragioni di salute o necessità come gli acquisti alimentari. E per le attività motorie come passeggiate o uscite con animali di compagnia, “si è obbligati a restare in prossimità della propria abitazione”. In pratica le stesse regole applicate poi nelle Marche due giorni dopo. I provvedimenti, si legge nell’ordinanza emiliana, sono motivati dal fatto che “risulta necessario assumere ancora più stringenti iniziative atte a dissuadere i cittadini a tenere comportamenti potenzialmente contrari al contenimento del contagio” e, dunque, si ritiene “opportuno ordinare nuove restrizioni in particolare per quanto riguarda luoghi di aggregazione come i parchi e giardini pubblici e lo spostamento delle persone fisiche”.

Le richieste di Fontana – “Abbiamo fatto il nostro consueto incontro con i sindaci e abbiamo deciso di predisporre un elenco delle richieste che siano compatibili con le nostre possibilità, con le nostre competenze, che avanzeremo al presidente del Consiglio”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia in conferenza stampa. “Se saranno disattese – annuncia – prenderemo provvedimenti congiunti per limitare queste attività che riteniamo incompatibili”. Fontana ha spiegato che verranno chieste “limitazioni all’attività fisica, lo stop di tutte le attività negli uffici e studi professionali, nei cantieri, nelle attività commerciali, e la valutazione delle filiere che posano ritenersi assolutamente estranee con quelle essenziali per l’attività della nostra regione”.