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Coronavirus, Paolo Crepet: “Italiani ‘grandiosa comunità’? Sarei più cauto. Ora si canta l’Inno di Mameli sul balcone. Voglio vedere tra 15 giorni”

Lo psichiatra ha rilasciato una lunga intervista all'Huffington Post: "Dopo diventerà più difficile pensare al futuro. Un conto è chiudere la propria azienda, bottega, per tre o quattro giorni, un altro sarà quando si comincerà a capire che non sono tre, quattro, o cinque, ma quindici, venti, trenta"

Gli italiani una “grandiosa comunità” come definiti del presidente del Consiglio? “Io sarei più cauto. Capisco che un primo ministro debba fare propaganda. Sarei più cauto nel definire gli italiani un popolo grandioso solo perché ci mettiamo sul balcone a cantare l’Inno Mameli. Tutto questo è avvenuto dopo i primi tre giorni di quarantena. Ecco, voglio vedere fra quindici giorni. Noi costretti dalle leggi per ora siamo abbastanza buonini in casa, cerchiamo di essere disciplinati, ma eroici non direi“. Parole di, psichiatra e scrittore, intervistato da Huffington Post. Crepet non ha dubbi: “Dopo diventerà più difficile pensare al futuro. Un conto è chiudere la propria azienda, bottega, per tre o quattro giorni, un altro sarà quando si comincerà a capire che non sono tre, quattro, o cinque, ma quindici, venti, trenta. Ecco, a quel punto inizia una fase depressiva“. Alla quale, secondo lo psichiatra, con l’allungarsi dei tempi subentra una seconda fase depressiva, nella quale “si abbassa l’autostima individuale e collettiva. Occorre ricordare che fu proprio in corrispondenza con la più grande crisi economica mondiale, quella del 1929, che si contò il più alto tasso di suicidi del Novecento”.