Società

Coronavirus, un glossario di ironia e idiozie che hanno invaso il Paese in preda al panico

Ecco a voi un piccolo ma significativo “glossario” su idiozie, ironie, assurdità che hanno invaso il Paese da quando è scoppiata la cosiddetta emergenza Coronavirus: alcune reali, altre frutto di burle. In alcuni casi, emerge anche un acuto senso dell’ironia, dello humour, della sacrosanta voglia di smontare la macchina del panico e di ciò che i latini definivano eadem vi morbi repleti, ovvero essere tutti contagiati dalla medesima malattia.

CoronaCalcio – A Genova, nella centralissima via XX Settembre, qualcuno ha appiccicato un volantino (in foto) che recita, accanto a un logo della Sampdoria: “23 febbraio. Tiriamo fuori i coglioni, andiamo a Milano”. Inter-Sampdoria avrebbe dovuto svolgersi infatti a porte chiuse causa Corona, ma – si sa – certi tifosi sono disposti a tutto pur di sostenere, anche fuori dagli spalti, la propria squadra.

In realtà, la disfida è stata poi spostata al 20 maggio (forse; di questi tempi “forse” è l’avverbio più calzante). E, per citare il manzoniano Conte di Carmagnola (“S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”), scrive un intransigente tifoso del Genoa su un sito sportivo: “Recuperare il 20 maggio Inter-Sampdoria sarebbe uno scandalo senza precedenti. È evidente che uno scenario di questo tipo falserebbe il campionato a tutto vantaggio della società blucerchiata”. E ancora: sulla pagina Facebook Inter tickets si leggono proposte di vendita di biglietti a prezzi stracciati. “Cedo biglietto Inter-Sampdoria secondo centrale arancio a 10 euro”, implora un tifoso. Causa Corona.

CoronaTreno – Su un Frecciarossa Milano-Roma un uomo parla al cellulare con la mamma. A voce alta: “Sto arrivando in Sicilia in treno, ho provato a partire in aereo, ma mi hanno rimandato a casa. Ero nella zona rossa e mi hanno detto che non potevo partire. Ma a me non importa nulla dei divieti. Voglio arrivare a Catania e sono fuggito”. Gelo fra i (pochi) passeggeri. Una donna gli domanda, riporta il Secolo XIX on line del 26 febbraio: “Scusi ma abbiamo capito bene? Se è vero che si sta allontanando dalla zona contaminata lei è davvero un incosciente. Sta mettendo a rischio la salute di tutti noi”.

Arrivano i controllori. Scoppia il pandemonio. Lacrime e urla. La carrozza viene isolata. A Roma Termini “l’untore” viene blindato e interrogato dalla Polizia. Nel frattempo, altri passeggeri salgono sul treno che deve ripartire (e che non è ancora stato ripulito) e i dipendenti di Trenitalia corrono a bloccarli. L’uomo “col virus” viene sottoposto al tampone e risulta sanissimo. Era un mitomane (forse).

CoronaMascherine – Il bengalese che vende le rose al ristorante si trasferisce alla Stazione centrale di Milano per vendere Amuchina, gel disinfettanti e mascherine (ma come è entrato con quel fardello a Milano dove in stazione si accede solo col biglietto?). Beccato dalla Guardia di Finanza, è stato denunciato per “aumento ingiustificato dei prezzi o altre condotte illecite legate alla vendita illegale con aumento ingiustificato dei prezzi”. Lui ci ha provato.

CoronaDolcetti – La pasticceria-bar Mangini di piazza Corvetto, una delle più antiche ed esclusive, che ospitò anche Sandro Pertini nelle sue visite in città, ha realizzato dei pasticcini a forma di Coronavirus. Sono andati esauriti in poche ore.

CoronaFocaccia – Due burloni liguri hanno messo in rete una foto in cui appaiono con mascherine realizzate con pezzi di focaccia genovese, vanto della città.

CoronaSpagna – L’inviato a Milano dell’emittente spagnola Rtve appare (allego video) assolutamente sconcertato di quello che sta succedendo in Lombardia. Riferisce agli spagnoli che il Coronavirus altro non è che un tipo particolare di gripe (in spagnolo “influenza”), che tutti i deceduti erano anziani con malattie pregresse e gli altri malati se ne stanno tranquillamente a casa loro a guarire.

Ovvero ciò che dicono i nostri medici più oculati. Ma non buona parte dei nostri giornalisti, che sembrano in preda a un delirio di massa come afferma giustamente Andrea Scanzi sulla sua pagina Facebook: “Quand’è che torniamo normali? Quand’è che finisce questo incantamento surreale collettivo? [… ] Va bene che bisogna fare informazione, ci sono grandi giornalisti, grandi scienziati. Bisogna saperle queste cose […] voi volete dirmi che a Londra, dove ci sono tutte le etnie dell’universo, anche di Plutone, anche di Venere, ci sono meno casi di Coronavirus di Codogno? Ma mi prendete per il culo?”. Non solo lui, tutti gli italiani.