Calcio

Manchester City escluso per due anni dalla Champions League e multato per 30 milioni: “Gravi violazioni del Fair Play Finanziario”

In particolare, l'Uefa spiega che il club ha sopravvalutato "nei propri bilanci le entrate della sponsorizzazione e nelle informazioni relative al pareggio di bilancio presentate tra il 2012 e 2016". Il club ora può fare ricorso al Tas. La società: "Delusi ma non sorpresi. Processo imperfetto e costantemente trapelato"

Fuori dalla Champions League per due anni e multa da 30 milioni di euro. È la pesante sanzione comminata dalla Uefa al Manchester City per “gravi violazioni” relative in particolare al Fair Play Finanziario. La decisione, già notificata al club inglese, è stata presa dall’organismo presieduto da José da Cunha Rodrigues dopo l’audizione tenutasi il 22 gennaio 2020.

In particolare, nel comunicato dell’Uefa si legge che “la Camera giudicante dopo aver esaminato tutte le prove, ha riscontrato che il Manchester City Football Club ha commesso gravi violazioni del regolamento sulle licenze e sul fair play finanziario sopravvalutando nei propri bilanci le entrate della sponsorizzazione e nelle informazioni relative al pareggio di bilancio presentate alla Uefa tra il 2012 e 2016″. I giudici “hanno anche riscontrato che, in violazione del regolamento, il Club non ha collaborato alle indagini sul caso”.

Il City ha annunciato che farà ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna. Così, le motivazioni per esteso della Camera giudicante non saranno pubblicate prima della decisione finale da parte del Tas. Il club “è deluso ma non sorpreso” dalla decisione dell’Uefa, scrivono in una nota. La società “ha sempre anticipato il bisogno ultimo di cercare un organo indipendente e un processo per considerare in modo imparziale l’intero corpus di prove inconfutabili a sostegno della sua posizione”.

Nel dicembre 2018, il capo investigatore dell’Uefa, sottolinea il Manchester City, “ha presentato in anteprima pubblicamente l’esito e la sanzione che intendeva infliggergli, prima ancora che fosse iniziata qualsiasi indagine. Il successivo processo Uefa, imperfetto e costantemente trapelato, ha lasciato intendere ci fossero pochi dubbi sul risultato che avrebbe prodotto”.

Il Club, si legge ancora, “ha formalmente presentato un reclamo all’organismo disciplinare dell’Uefa, un reclamo che è stato convalidato da una sentenza Cas. In poche parole, questo è un caso avviato dalla Uefa, perseguito dalla Uefa e giudicato dalla Uefa. Con questo processo pregiudizievole ormai terminato, il Club cercherà un giudizio imparziale il più rapidamente possibile e quindi, in primo luogo, avvierà il procedimento con il Tribunale Arbitrale per lo Sport il prima possibile”.