Mondo

Marsiglia, jihadista siriano arrestato mentre fa l’Erasmus: è accusato di crimini di guerra

Majdi Mustafa Nema, 31 anni, era combattente di un gruppo islamista radicale. Nel 2015 si è trasferito in Turchia: lì ha studiato in tre università e anche in Ungheria, dove un docente lo definisce "aperto ed educato". Ad aprile del 2019 il New York Times lo aveva intervistato, definendolo "un esiliato". L'arresto è arrivato dopo la segnalazione di tre ong

In Siria è accusato dagli attivisti per i diritti umani di avere usato le persone come scudi umani e di avere fatto strage di civili. Ma è riuscito a uscire dal Paese, a studiare in tre università turche e a trascorrere sei mesi in Ungheria alla Eötvös Loránd University, dove il professore associato András Schweitzer – come si legge sul suo profilo LinkedIn – lo descrive come uno studente “aperto”, “educato” e “intelligente”. Non solo: perché Majdi Mustafa Nema, 31 anni, aveva vinto anche una borsa di studio Erasmus Plus a Marsiglia e stava quindi trascorrendo un periodo in Francia. Lì è stato arrestato venerdì dalla polizia francese per crimini di guerra, tortura e concorso in sequestro di persone.

Portavoce di un gruppo jihadista – Fino al 2011 Nema è stato capitano nell’esercito siriano, poi si è unito ai ribelli anti-Assad passando all’opposizione armata. Aveva presto così il nome di battaglia Islam Alloush ed era diventato portavoce di Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam), un gruppo jihadista radicale attivo a Ghouta, nelle campagne di Damasco. Jaysh al-Islam combatteva sia contro il regime sia contro l’Isis e i suoi membri, spiega l’attivista curdo Dlshad Othman, hanno commesso crimini di guerra contro i civili, incluso il massacro di Adra a dicembre 2013. Il gruppo è accusato anche di aver usato civili alawiti (il gruppo sciita del presidente siriano Bashar al-Assad) come scudi umani e di aver rapito l’avvocatessa e giornalista siriana Razan Zeitouneh (premio Sakharov per i diritti umani), suo marito Waël Hamada e due loro collaboratori.

La segnalazione delle ong – Tre ong per la difesa dei diritti umani – la Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH), il Centro siriano per i media e la libertà di espressione (SCM) e la Lega per i diritti umani (LDH) – a giugno avevano sporto una denuncia contro i componenti di Jaysh al-Islam, incluso lo stesso Nema. Dopo tre anni di ricerca, le organizzazioni avevano segnalato a gennaio alle autorità francesi la presenza dell’ex portavoce del gruppo nel sud del paese. Nel loro comunicato rilasciato qualche giorno fa spiegavano che Nema è “coinvolto nell’arruolamento forzato di bambini nel gruppo armato” e che “molte vittime lo accusano direttamente di rapimento e tortura”.

Il combattente siriano, dopo aver lasciato il gruppo nel 2015, si era trasferito in Turchia e aveva creato un account LinkedIn dove si descriveva come ricercatore su sicurezza e terrorismo con focus sulla Siria, e come vicepresidente del centro di ricerca “Toran per gli studi strategici”. Secondo quanto si legge sul suo profilo, ha studiato in diverse università turche: la Istanbul Aydin University, la Karabuk University e la Anadolu University. Ma ha anche trascorso sei mesi in Ungheria alla Eötvös Loránd University, oltre ad aver seguito corsi a distanza della Udacity, con sede in California.

Ad aprile del 2019 il New York Times lo aveva anche intervistato, definendolo “un esiliato”. Recentemente il 31enne si era spostato in Francia per completare la laurea magistrale e grazie a una borsa di studio Erasmus Plus era entrato all’Università della Provenza Aix-Marseille I. Due mesi fa, sul sito erasmusu.com, aveva pubblicato un annuncio in cui cercava un alloggio in città. Come possa aver ottenuto una borsa di studio Erasmus è ora sotto la lente delle autorità francesi.