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Padova Capitale europea del volontariato: “Obiettivo? Essere vetrina per il settore”. Catalfo: “Città è esempio virtuoso e stimolo per Paese”

Da venerdì 7 febbraio, giorno della cerimonia inaugurale, inizierà ufficialmente l’anno di Padova come Capitale europea del volontariato per il 2020. Con l’invito a “Ricucire insieme l’Italia” l’iniziativa è stata presentata nella sede dell’Associazione Stampa Estera, a Roma, nel corso di un evento al quale ha partecipato anche la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo. “Il volontariato usa degli occhiali che gli permettono di vedere cose che gli altri non vedono”, spiega Emanuele Alecci, presidente del Centro servizi volontariato di Padova, al Fattoquotidiano.it. L’obiettivo della città? “Non essere celebrata per la nomina, ma essere una vetrina per tutto il mondo del volontariato”, hanno spiegato gli organizzatori e la stessa assessora del volontariato del comune di Padova, Cristina Piva. Ma non solo. La richiesta nei confronti del governo è quella di completare la riforma del Terzo Settore. “Bisogna far i modo che la normativa sul terzo settore arrivi a compimento, aggiustando anche tutte quelle norme che ora mettono in difficoltà il volontariato più piccolo”, sottolinea Alecci, ribadendo l’importanza dei decreti attuativi della riforma, oggi sul tavolo della Ministra. Pronta la risposta della stessa Catalfo che assicura: “Il governo è già al lavoro per dare piena attuazione e operatività alla riforma del terzo settore. E Padova può rappresentare un esempio virtuoso: farci vedere una rete tra istituzioni, volontariato e terzo settore”.